Il vicepresidente Forcolin non può scrivere su Facebook qualsiasi cosa gli passi per la testa, scatenando commenti razzisti e poi fare finta di niente, sostenendo di parlare a titolo personale. E Zaia dovrebbe essere il primo a censurare certi comportamenti”. È polemica sul numero due della Giunta regionale, con i consiglieri del Pd e Cristina Guarda della Lista Moretti che hanno presentato un’interrogazione, prima firmataria Francesca Zottis, a risposta immediata al governatore. Nella nota diffusa dal Pd e dalla consigliera Guarda si spiega che il vicepresidente Forcolin ha postato sul proprio profilo la foto un ragazzo di colore dentro la fontana di piazza Indipendenza a San Donà di Piave, accompagnato da un lungo commento, in cui si legge: ‘Ritengo inqualificabile e sconcertante vedere certe immagini che ritraggono Piazza Indipendenza con gli extracomunitari che fanno il bagno lungo il corso d’acqua in totale pace e disinvoltura. Davanti al monumento di Giannino Ancillotto, in barba a regolamenti, buon costume e civiltà, c’è chi pensa di essere in piscina o al mare (…) L’integrazione parte anche da queste piccole regole del viver civile, non ho mai visto un sandonatese a ‘bagno maria’ in Piazza Indipendenza. Se queste sono le risorse, come le chiama la sinistra, credo che di strada se ne debba fare ancora molta’. “Da lì una serie di messaggi pesantemente xenofobi da parte di decine di utenti che non sono stati rimossi, così come la foto, nonostante la lettera aperta del sindaco di San Donà, Andrea Cerser, in cui precisava che si trattava di un bambino di 10-12 anni, invitato da alcuni dipendenti comunali ad uscire dalla fontana e subito redarguito” si legge nella nota del gruppo consiliare del Pd. “Anche quando è stato certo che si trattava di un minore, Forcolin ha fatto finta di niente, non cancellando il post e nemmeno i commenti più terribili – protestano gli esponenti di Pd e Lista Moretti – ledendo i diritti stabiliti dalla Convenzione sui diritti del fanciullo e dimenticando che l’utilizzo di immagini di minori è sempre assoggettato all’autorizzazione dei genitori, anche su Facebook, come previsto dalle regole di utilizzo dello stesso social network. Chi rappresenta le istituzioni pubbliche non può comportarsi così, dovrebbe anzi promuovere azioni volte alla coesione sociale, senza abbandonarsi a dichiarazioni xenofobe. Ci auguriamo che Zaia prenda formalmente le distanze dal suo vicepresidente. E, soprattutto, auspichiamo che il presidente Zaia dia un cenno, di scuse o almeno di vicinanza, al bambino coinvolto in questa vicenda più grande di lui. Siamo ormai certi che questo buon senso da Forcolin non arriverà, ma almeno ce lo aspettiamo dal governatore del Veneto”. –
‘Razzismo su facebook’, quando tutto parte da chi dovrebbe dare il buon esempio
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