Mentre al governo è bagarre sulla revisione delle pensioni di reversibilità, prevista dal ddl di contrasto alla povertà ( si valuta di erogarla non più in funzione dei contributi versati durante gli anni di lavoro da chi non c’è più, ma sull’Isee del coniuge vedovo avente diritto), il presidente Renzi elogia Sanremo. Scrive infatti nella sua Enews: ” So che non sarebbe cosa da E-News, e che forse non gli faccio un favore, ma posso dire che Carlo Conti è stato come sempre impeccabile nel gestire Sanremo? Posso dire che è bello veder vincere gli Stadio? Posso dire che Virginia Raffaele è un talento impressionante? Posso dire che vedere sul palco quel gigante di Ezio Bosso ha commosso tanti italiani? Potrei continuare. Ma voglio semplicemente dire grazie alla Rai. Se poi aggiungo che quest’anno l’azienda di Stato ha anche guadagnato a livello economico (non sempre, diciamo così, avveniva in passato), possiamo mettere in archivio questa edizione ringraziando il servizio pubblico”.

Bene,   il presidente è soddisfatto perchè l’italiano ha saziato appetiti di ‘svago e spettacolo’, ma pensiamo a saziarne altri, di appetiti italiani.  Pensiamo a quello che bolle in pentola dalle parti di Renzi, in materia di pensioni di reversibilità. Si parla di tagli.

In commissione Lavoro alla Camera, infatti, già approvato dal Consiglio dei Ministri, è arrivata la proposta di legare all’Isee la pensione di reversibilità, che diverrà una prestazione assistenziale e non più previdenziale. Su essa inciderà persino un minimo di risparmio in banca, o la convivenza con una persona con un minimo di reddito. Basterà questo per  far alzare l’indice Isee ed avere ridotta al minimo la pensione.

Così, ‘coerentemente’,  il governo Renzi, da un lato lavora per il ddl Cirinnà, perchè le coppie gay abbiano, giustamente, riconosciuto il diritto alla pensione in caso di morte di uno dei due componenti la coppia, e dall’altro lavora per togliere al vedovo/a di una unione etero un diritto esistente da sempre. Sarà che la coperta è troppo corta con un debito pubblico che supera i 2 miliardi di euro, ma quando è troppo è troppo.  E Sanremo non basta.

Patrizia Vita

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