Comuni, Regione e Provincia avranno 60 giorni di tempo per decidere se rottamare le cartelle ai propri contribuenti. A loro la piena autonomia di decidere, in seno al decreto crescita una volta approvato, se non fare pagare sanzioni ed interessi sulle cartelle notificate dal 2000 al 2017.
Dall’Imu alla Tasi, passando per il bollo auto e la tassa rifiuti. E ancora: Tosap e Cosap, ma anche Irap. E tutti quei tributi richiesti da regioni, comuni, province e città metropolitane.
Il cittadino, quindi, potrebbe aderire alla ‘definizione agevolata’, per chiudere la propria partita tributaria con gli enti locali. Ma spetta a questi ultimi decidere se aderire o meno.
mento della rottamazione agli enti locali che non hanno utilizzato per la riscossione la ex Equitalia nell’ultima bozza del decreto crescita visionata dall’Ansa. Si prevede infatti che Comuni, le Province e le Regioni possano deliberare la “definizione agevolata”, scontando le sanzioni, sulle «entrate, anche tributarie» che non sono state riscosse «a seguito di provvedimenti di ingiunzione fiscale» notificati tra il 2000 e il 2017. Gli enti avranno 60 giorni di tempo per decidere.
di Redazione AltovicentinOnline