Dal 10 ottobre un ulteriore obbligo grava sulle imprese italiane: è stato istituito presso le camere di commercio un nuovo registro a cui tutte le società di capitali, entro il prossimo 11 dicembre, dovranno comunicare i loro titolari effettivi.

La novità investe tutte le società a responsabilità limitata, a prescindere delle dimensioni, le società per azioni e in accomandita per azioni, ma anche semplici cooperative, associazioni, fondazioni, e trust.

La comunicazione può avvenire solo per via telematica ed a farla deve essere l’amministratore dell’impresa, senza nessuna possibilità di deleghe o procure ad un professionista o ad una società di servizi.

Ma chi è il titolare effettivo? Secondo le disposizioni del Decreto Legislativo n. 231 del 2007, si tratta de “la persona fisica o le persone fisiche cui, in ultima istanza, è attribuibile la proprietà diretta o indiretta dell’ente ovvero il relativo controllo”.

Se per le società più piccole, con pochi soci o a gestione familiare è facile identificare il titolare effettivo, individuabile in chi ha le quote di maggioranza, quando ci si addentra in scatole cinesi, società partecipate da altre società, Spa quotate, ecc…l’affare si complica parecchio.

In ogni caso, spetta agli amministratori dell’impresa svolgere le necessarie indagini, visto che la dichiarazione che attesta la titolarità effettiva è resa dai medesimi amministratori nella forma dell’autocertificazione.

Ogni modifica del titolare effettivo, inoltre, deve essere comunicata entro e non oltre 30 giorni dall’atto che l’ha originata.

Il Titolare Effettivo, quindi, deve essere confermato periodicamente entro 12 mesi dalla prima comunicazione o dalla modifica più recente.

L’iscrizione non è però gratuita: ogni soggetto che procede a comunicare il titolare effettivo o a confermare o modificare precedenti comunicazioni dovrà sborsare 30 euro di diritti di segreteria.

In caso di mancato invio nei tempi previsti si prevede per gli amministratori l’irrogazione di sanzioni che possono superare anche mille euro.

Fabrizio Carta

 

 

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