Donare il sangue è donare la vita, una speranza, una prospettiva che apre la strada al futuro. Le situazioni che portano una persona a donare il sangue sono le più disparate, così come quelle di chi lo riceve. Il filo conduttore è la solidarietà, l’amore per il prossimo e per la vita.
“Stiamo vivendo un momento storico del tutto particolare. Un lungo periodo di sofferenza, di distanziamento sociale che, fortunatamente, non ha raffreddato i cuori, ma ha determinato, in questi primi mesi del 2022, una significativa flessione delle donazioni di sangue. Meno donazioni – spiega la presidente di Fidas Vicenza, Chiara Peron – si traducono in minori opportunità di garantire la sopravvivenza a chi ha bisogno di sangue. Quando un donatore tende il braccio per un prelievo compie un gesto di solidarietà. ma Non è soltanto un atto di valore morale, si tratta di un’azione concreta che va a vantaggio di qualcuno che attende quel sangue donato. Lo attende per vivere”.
Per incentivare i giovani ad avvicinarsi a questo grande gesto civico, quale è la donazione di sangue, Fidas Vicenza svolge un’importante opera di sensibilizzazione e formazione nelle scuole, grazie ad un team di volontari e testimonial, così come nei territori, attraverso il Coordinamento Giovani, il cui lavoro è costante e porta frutti non indifferenti.
“Noi ce la mettiamo davvero tutta – aggiunge la presidente Peron – gli effetti del Covid-19 di quarantena e/o isolamento in questi primi due mesi dell’anno hanno provocato pesanti rallentamenti. Settecento donazioni in meno sono 700 speranze di vita mancate per i pazienti. Compito nostro è stare vicino ai donatori e spronarli alla donazione non appena la situazione rientra nella normalità, facendo appello ad un grande senso di responsabilità da parte di tutti”.
Quello di Fidas Vicenza non è un grido d’allarme, bensì una richiesta di aiuto. Il filo che separa la situazione di bisogno dalla carenza di sangue è sottilissimo e non ci si può permettere di valicarlo, perché ciò significherebbe mettere a rischio la vita. E questo non è sostenibile.
A destare attenzione è anche la carenza di personale sanitario che coinvolge anche la Medicina Trasfusionale. Il 2022 è iniziato con la chiusura a turno dei Centri Trasfusionali dell’intero Dipartimento di Vicenza. Non possiamo permettere che questo accada – aggiunge la presidente Peron – le Associazioni del dono del sangue impiegano forze e risorse per garantire al Sistema Trasfusionale il flusso di donazioni necessario per l’autosufficienza interna, oltreché aiutare anche altre province/regioni in difficoltà. Dover chiudere i Centri trasfusionali per carenza di personale è una mancanza di rispetto verso coloro che con responsabilità decidono di aiutare chi è meno fortunato”.
L’appello della presidente Peron è chiaro: “Mi rivolgo ai donatori vicentini, popolo da sempre generoso e capace di gesti di grande slancio, affinché riescano a mantenere una salute tale da poter esercitare la propria donazione di sangue ed emocomponenti volontaria, gratuita, anonima, responsabile, consapevole e periodica. Perché non si tratta di un sacrificio, bensì di un atto d’amore. Di un’opportunità per tenere sotto controllo il proprio stato di salute e garantire la sopravvivenza a qualcuno, in modo del tutto disinteressato, per puro senso civico. Doniamo, doniamo, doniamo”.