Mascolinità tossica e discriminazione di genere. Ovvero tutti quegli atteggiamenti che, anche in modo inconscio, esprimono disprezzo sul mondo femminile e a esaltare invece il modello maschile come più ‘forte’. Di questo fa parte l’idea che un uomo non possa essere debole e che le lacrime siano ‘roba da donne’, ad esempio. Oppure la convinzione che determinati compiti e occupazioni siano esclusivo ‘dovere’ delle donne. Sono tutti atteggiamenti che derivano da una cultura patriarcale che da anni la società moderna sta cercando di estirpare. Con grande difficoltà.

LA SFIDA DELL’ISTITUTO PARRI: PORTARE QUESTI ARGOMENTI NELLE CLASSI

Si tratta di argomenti “impattanti e non facili”, che l’Istituto storico Parri di Bologna ha deciso di portare in classe, per cominciare a combattere la diffusione di questi stereotipi sbagliati il prima possibile durante la crescita dei ragazzi. Raccogliendo molte richieste da parte degli stessi insegnanti. È una delle attività di punta del piano dell’offerta didattica di quest’anno del Parri, presentata nei giorni scorsi a Bologna. Sono in tutto 64 le prenotazioni di parte di altrettanti classi di Bologna e provincia per attività legate al tema di genere e alla questione femminile. Metà di questi percorsi riguarderanno, appunto, la mascolinità tossica.

“Gli studenti hanno molto bisogno di essere supportati a prendere coscienza di questo tema”, spiega la direttrice del Parri, Agnese Portincasa. Per questo motivo quest’anno per la prima volta l’Istituto ha voluto inserito anche un’attività specifica di questo tipo. Negli anni passati, spiega Portincasa, “portando le attività sui temi di genere in classe, abbiamo notato che la gran parte delle domande ci veniva posta dai maschi. Erano domande turbate, sui loro comportamenti: si sentivano sotto accusa. Ci dicevano: ‘Non mi sono mai reso conto di essermi comportato anch’io così, come faccio a cambiare?‘”.

UN TEMA CHE NON È FACILE TRATTARE

Come funziona il laboratorio del Parri a scuola? Si parte dai temi di attualità e dai fatti di cronaca, per poi concentrarsi sui comportamenti quotidiani. “È molto impattante- riferisce la direttrice dell’Istituto- non è facile parlare in classe di questi temi. La gestione dei ragazzi non è facile, il conflitto è sempre latente su questi temi. Le ragazze sono più chiuse, i ragazzi più intraprendenti nella difesa. Hanno molto bisogno di prendere coscienza di questo tema”.

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