“Schio ad oggi riesce a mantenere una buona vivacità commerciale e rimane discretamente vissuta”. Una panoramica consapevole degli alti e bassi che il commercio ha vissuto nel territorio negli ultimi mesi, ma che comunque si conserva reagendo concretamente, con tendenza dell’ago della bilancia in positivo. Queste le somme tirate da Giudo Xoccato, presidente di Confcommercio Mandamento di Schio, il quale affronta l’argomento buttando un occhio alla vicina Thiene.

“Il commercio in questi ultimi mesi del 2023 ha indubbiamente passato un periodo particolare. La perdita del potere di acquisto delle famiglie, l’aumento dei mutui e i costi energetici hanno segnato ovviamente la fine dell’anno.” , sostiene Xoccato partendo da una prospettiva più ampia del territorio. “Settori più o meno segnati, regge un po’ di più il mondo del food e quello della ristorazione più a macchia di leopardo, mentre il turismo va abbastanza bene, forse per via di un effetto post Covid. La gente ha voglia di tornare ad una vita più serena. E’ anche una reazione psicologicamente motivata dalla necessità di ‘staccare la spina’ da spese e problemi.” Un’analisi lucida e oggettiva che il presidente Ascom Schio propone sulla base della sua lunga esperienza in Confcommercio, a livello provinciale da tanti anni, e facente parte del Consiglio ODG Pedemontana Veneta e Colli. “Schio e Thiene abitano una fascia dove il turismo deve essere considerato ancora di nicchia. Non abbiamo ancora una massa critica o proposte paragonabili alla stessa Vicenza, non possiamo certo metterci a paragone con Bassano o Treviso. Si sta però costruendo un progetto turistico anche nella nostra zona. E’ un turismo che stiamo creando anche insieme a Confcommercio Thiene, che va abbastanza bene per il mondo della storia grazie alle 52 Gallerie, ad alcuni punti turistici della Grande Guerra, da poco ad esempio è partito un progetto relativo all’Alta Via della Grande Guerra delle Prealpi Vicentine. Le nostre montagne hanno una buona rilevanza come il Summano, il Novegno, il Tretto, gli Altopiani per le passeggiate, è scoppiato anche il mondo della bike e qui le colline sono favorevoli a queste gite.” Stringendo il campo, Xoccato poi si sofferma su una lettura commerciale della situazione attuale scledense: “Questi ultimi mesi abbiamo visto una diminuzione in centro di quattro o cinque punti vendita ma abbiamo anche tre-quattro future aperture a breve, di conseguenza il saldo qui tiene. Cambiano le tipologie, diminuisce leggermente il settore dell’abbigliamento e cresce quello della ristorazione, infatti apriranno una gastronomia, un negozio di alimentari e un bar. A differenza di Thiene poi Schio, grazie anche a un’ottima collaborazione in questi anni tra Confcommercio e amministrazione comunale, non ha un centro commerciale alle porte della città. Nonostante il gruppo Carrefour non sia mai stato un grande investimento, non per niente è stato venduto al Tosano qualche anno fa e mi è giunta voce che all’interno stanno chiudendo alcuni negozi, è logico che alle porte di una cittadina di 25mila abitanti avere un centro commerciale così impattante porta la gente a vivere meno il centro storico. Avevamo anni fa il pericolo che sorgesse qualcosa del genere in zona industriale e grazie a tutto il lavoro di sinergia fatto, siamo riusciti a bloccarlo e non abbiamo questo ‘mostro’ in città.” Schio è quindi per Ascom una città che si sa destreggiare rispetto alle difficoltà innegabili che l’Italia e il territorio ha avuto. E’ una comunità che riesce comunque a equilibrarsi tra aperture e chiusure, che non sente particolarmente l’angoscia di una moria anche se non è più la Schio di un tempo. E’ un comune che lotta per la sopravvivenza e che sembra avere delle buone basi, anche a livello formativo: “Schio è una città ancora attrattiva anche grazie alle manifestazioni che noi, con il Distretto del Commercio ‘Cuore di Schio’, applichiamo da parecchi anni. Siamo state una delle prime cittadine venete e dell’alto vicentino a formare nel 2015 il Distretto del Commercio. Questo ha significato soldi da investire nel commercio, nei negozi che vogliono ripartire o rinnovarsi, manifestazioni di piazza e i risultati ci sono. Inoltre, e Confcommercio lo dice già da qualche anno, un negozio, specialmente se condotto da giovani che hanno una prospettiva lavorativa più che ventennale, deve avere due canali di vendita, fisico e virtuale. Oggi lo diciamo a tutti i convegni, facciamo corsi di formazione, invitiamo i commercianti a capire che i due negozi aiutano a sopportare meglio questa crisi. Per i giovani il web è attrattivo e per i commercianti può essere vantaggioso per abbracciare più clienti, anche lontani. Anche se poi sono gli stessi giovani che vengono magari in centro a Thiene e si lamentano che è morta. Io stesso un paio di mesi fa ho tenuto un convegno al Corradini e al Ceccato chiamato “Acquisto consapevole”, dove cerco di far capire ai ragazzi che anche una penna acquistata sul web può incidere sulla vendita di un negozio locale. E’ una scelta, dobbiamo capire dove vogliamo andare, che futuro vogliamo.” E per ‘effetto farfalla’, ecco che il diventare più consapevoli di un acquisto online o locale può davvero generare un cambiamento, non solo a livello banalmente di acquisto e vendita, ma di generazioni che creano il loro futuro su nuove basi abitudinarie che porteranno ad un percorso anziché un altro.

Laura San Brunone

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