Un anno fa Papa Francesco sul proprio profilo facebook le definiva “dolcissime” ora le bacchetta per un uso smodato dello stesso social network. Le pecorelle smarrite della questione sono le monache di clausura, ree di smanettare troppo su internet col rischio di inficiare la clausura.
Andando per ordine e rinfrescando la memoria, a marzo dello scorso anno il Papa nella sua visita pastorale a Napoli fu accolto più che gioiosamente dalle clarisse, con foto che immortalarono il loro assalto al pontefice che scatenarono, se mai ne avesse bisogno, l’ilarità della Littizzetto durante una puntata di ‘Che tempo fa’ definendole delle “represse sessuali”, alla quale risposero da internaute scafate con uno status su facebook “se fossimo represse avremmo scelto ben altri uomini”. Non il Papa quindi che intenerito, allora, condivise il post definendole appunto dolcissime, sorvolando sulla loro disquisizione, seppur ironica, in fatto di uomini.
Cosa è cambiato in poco più di dodici mesi? E’ successo che è stata pubblicata la tanto attesa “Vultum dei quaerere”, la prima costituzione apostolica dedicata alla vita contemplativa femminile, dove Bergoglio invita le suore a riprendere per mano il concetto di clausura,volto a realizzare la propria nuzialità con Cristo, moderandosi nell’utilizzo di chat e profili internet vari, visti come strumenti del diavolo che possono traviarle dalla solitudine interiore che dovrebbe caratterizzare la loro quotidianità.
Assodato quindi che la ‘chiamata’ del Signore non si palesa in un hashtag su facebook, le suore dovranno passare meno tempo al pc, sfruttando le nuove tecnologie con “prudente discernimento affinché siano a servizio della vita contemplativa e non occasione di dissipazione” come papa Francesco ha esortato.
I tempi sono cambiati, internet ha rivoluzionato gli approcci, il digitale è realtà nei conventi e il concetto di clausura manzoniano è stato ampiamente sdoganato, seppur ad oggi quando una suora accede a internet lo deve fare in coppietta con una consorella e per poche ore al giorno.
Papa Francesco gioca con le parole esortandole e non obbligandole, in linea con la modernità che tutti gli attribuiscono, anche se a guadar oltre la punta del proprio naso poteva sfruttare la rete di internet come quella di un vaglio per scremare le vere spose di Gesù da quelle infatuate.
Paola Viero