L’11 novembre, l’Italia si immerge nella celebrazione di San Martino, un incantevole connubio tra storia e vino.
Durante le vendemmie, questo giorno diventa il palcoscenico in cui “ogni mosto diventa vino,” celebrando l’affascinante tradizione del vino novello.
San Martino, pur non italiano di nascita, trova un caloroso abbraccio nella cultura enologica.
La leggenda narra di un uomo generoso che, condividendo il mantello con un mendicante, scatena un repentino cambiamento climatico, dando vita all'”Estate di San Martino.”
In sogno, vede Gesù indossare metà del suo mantello, ringraziandolo per la generosità.
Il legame tra San Martino e il vino va oltre al gesto del mantello.
Oltre a essere il patrono di viticoltori, vendemmiatori e sommelier, il 11 novembre, grazie al cambiamento climatico legato alla sua leggenda, il mosto completa la fermentazione, diventando il profumato vino novello.
Le tradizioni di San Martino si diffondono come un ricamo sulla penisola.
Le oche, rivelatrici del nascondiglio di Martino, sono celebrate con la tradizione di mangiare l’oca in Europa.
A Venezia, i bambini cantano per dolci e caramelle, mentre il dolce tipico, San Martino in pasta frolla, raffigura il santo a cavallo, decorato con glassa e cioccolato.
San Martino, più di una festa religiosa, è un momento di condivisione, gioia e riscoperta delle tradizioni.
Riunirsi con amici e familiari, degustare vino, condividere storie.
Un’ottima scusa per esplorare nuovi vini e sapori. Dopo tutto, “A San Martino ogni mosto diventa vino,” e c’è anche “San Martino, Castagne e Vino.”
Quale occasione migliore per acquistare un buon vino rosso, abbinarlo alle castagne e godersi la compagnia?
San Martino, festa che incanta i sensi e riscopre le radici della cultura enologica italiana.

V.R.

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