Daniele Orsato ha detto addio alla Champions League.  L”arbitro di casa nostra”, visibilmente commosso, non è riuscito a trattenere le lacrime, chiudendo così la sua lunga e illustre carriera nella massima competizione europea. La partita, che ha segnato la 56ª presenza di Orsato in Champions League, non è stata priva di momenti di tensione. Le proteste del PSG sono scaturite da due episodi chiave che hanno visto l’arbitro al centro delle critiche. Il primo riguarda un contatto al limite dell’area tra Mats Hummels e Ousmane Dembélé. Inizialmente sanzionato con un rigore, il fallo è stato poi ridimensionato a un calcio di punizione appena fuori dall’area, scatenando il disappunto dei parigini.

Il secondo episodio ha coinvolto Kylian Mbappé, con un contatto in area che molti ritenevano meritevole di un altro calcio di rigore non concesso. La moviola ha suggerito che in entrambi i casi le decisioni dell’arbitro potrebbero aver lasciato spazio a interpretazioni diverse, mettendo in luce possibili errori di valutazione in assenza di un intervento chiarificatore del VAR. Nonostante le polemiche, Orsato lascia un’impronta indelebile nel mondo del calcio, avendo diretto alcune delle partite più importanti e di alto profilo del panorama internazionale. La sua carriera in Champions si conclude, ma lo aspettano nuove sfide ai campionati Europei il prossimo estate, dove il suo talento arbitrale continuerà a essere al servizio del calcio. L’addio alle lacrime di Orsato non solo segna la fine di un’era per lui personalmente, ma anche un momento di riflessione sul ruolo dell’arbitraggio nel calcio moderno, spesso al centro di aspre polemiche e cruciale per il destino delle squadre in campo.

V.R.

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