Poche parole e tanti fatti, umiltà e voglia di far fatica.
La percezione che si ha parlando con Giacomo Berlato è totalmente coerente con quello che il maladense sta mettendo in strada in questi giorni. Pochi fronzoli e tanta sostanza. Il 24enne è il ciclista del momento in Italia, salito alla ribalta nazionale per il suo enorme spirito agonistico che l’ha portato ad andare in fuga due volte nelle prime tre tappe del Giro d’Italia. “Sto facendo un exploit pazzesco – dice emozionato – è un sogno tutto quello che sto vivendo. Ma non mi fermo, attaccherò ancora”.

Berlato è attualmente in forza alla squadra italo-giapponese Nippo-Vini Fantini, ed al suo secondo anno nel circuito dei professionisti è già conosciuto dagli addetti ai lavori come un instancabile attaccante. Uno che appena vede lo spiraglio non ha paura di buttarsi e far fatica con l’aria in faccia. Prova ne sono i 365 chilometri di fuga già a referto in questo 99° Giro d’Italia, il secondo per Berlato, che lo pongono nettamente al primo posto come corridore più combattivo del gruppo.

Giacomo, innanzitutto come stai? Sappiamo che lunedì nel giorno di recupero hai avuto un incidente durante una Berlatosgambata.

Fisicamente sto benissimo, sono in grande forma. Purtroppo sono stato molto sfortunato l’altro giorno. Lunedì ci siamo trasferiti dall’Olanda a Catanzaro dove è iniziata la quarta tappa di, e durante una sgambata nel giorno di pausa ho preso una buca. Perso il controllo della bici e sbattuto violentemente il mento a terra, così adesso ho tre punti di sutura. Ma nulla di grave.

Raccontaci questo inizio choc di Giro d’Italia. Due fughe in tre tappe, tutti quanti parlano di te, sei uno dei giovani più in vista tra tutti i professionisti.

Quello che sto vivendo è un grandissimo momento di forma. Ho fatto un exploit incredibile, 360 chilometri in fuga, una cosa pazzesca. Non mi sembra vero di aver portato così tanta gente davanti alla TV per guardarmi. Io sono sempre stato un ciclista che fa dell’attacco la sua forza, già dalle categorie giovanili ho sempre corso in questa maniera: sempre in fuga. Questo mi ha portato a vincere cinque gare tra i dilettanti e cerco di riportare la mia indole anche tra i professionisti. Certo non mi aspettavo tutta questa attenzione, è difficile realizzare bene il tutto.

Cosa è mancato per arrivare in fondo alle due fughe e alzare le braccia al cielo sul traguardo?

Devo ammettere che nella seconda tappa ci credevo. Quando mi sono trovato davanti da solo e con un minuto di vantaggio sul gruppo ho pensato davvero di farcela, ma le squadre dei velocisti andavano veramente fortissimo e mi hanno chiuso. Nella terza purtroppo è mancata coesione con gli altri componenti della fuga, sennò potevamo arrivare a giocarcela tra noi.

Berlato 3° tappaChe piega prenderà adesso il tuo Giro? Ti rivedremo là davanti?

Adesso viene il bello. Dovrò essere bravo a dosarmi per arrivare alla fine delle tre settimane di gara ma al contempo continuare a provarci. Voglio innanzitutto essere utile alla squadra, e poi l’obiettivo è vincere la classifica come atleta col maggior numero di chilometri di fuga. Adesso sono primo, ma senz’altro non smetterò di attaccare. Ci sono tante tappe in cui potrò farmi vedere ancora, voglio sfruttare al massimo questa forma e conquistare un podio qui alla Corsa Rosa.

Come si sta in mezzo ai migliori ciclisti del mondo? Un po’ di soggezione?

Qui ogni giorno è un grandissimo onore. Sono compagno di stanza del mio capitano Damiano Cunego, atleta che ha vinto un Giro d’Italia e tre Giri di Lombardia. Ma anche vedere Nibali, Landa, Cancellara.. Mostri sacri della specialità dai quali sto imparando con tanta umiltà, perché non si finisce mai di apprendere in questo sport.

Obiettivi per la stagione e il futuro?

Sostanzialmente “testa bassa e pedalare” come si dice. Di strada da fare ne ho ancora molta, ma sono convinto che continuare a cercare la vittoria partendo da distante pagherà. Sto migliorando sotto il profilo della resistenza quindi sono positivo. Mi piacerebbe conquistare qualche podio, magari già qui al Giro, e soprattutto vincere la mia prima corsa tra i professionisti.

 

Federico Pozzer

Credit Photo: Team Nippo-Vini Fantini

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia