Marta Rigo, amica e professionista nella realtà in cui era cresciuto,  lo aveva promesso proprio nei primi giorni  dopo la morte di Alioune e così ha mantenuto. E’ in arrivo infatti l’evento – ricordo fortemente voluto anche nel rispetto di una grande volontà di non dimenticare la dolcezza e quel saper essere collante che avevano fatto del giovane di origine senegalese uno dei ragazzi più amati e punto di riferimento della scuola Engim Veneto di Thiene, dalla quale si era appena affrancato per cimentarsi nel mondo del lavoro.

Alioune stava percorrendo la strada con la sua bicicletta, alle 5 e 30 del mattino di sabato 7 agosto quando è stato travolto e ucciso da un’auto guidata da un giovane poco più che coetaneo, risultato poi essere sotto l’effetto di alcool. La tragedia è avvenuta lungo un tratto della provinciale che collega Marano a Schio.

Giovedì prossimo 7 ottobre con inizio alle 18 presso il cortile del Patronato San Gaetano, amici e compagni di Alioune Ndiaye potranno celebrarne la memoria con musiche e riflessioni appositamente pensate per condividere un dolore ancora tutto da elaborare, cercando però nel mezzo di strappare quel sorriso che Ali, così come era conosciuto tra i coetanei, era tanto bravo a tirare fuori anche nei momenti più difficili, stemperando i toni e regalando leggerezza.

Durante la serata si esibiranno il gruppo di percussioni multiculturale di cui faceva parte anche il diciannovenne residente a Marano ‘Bloko Sanga’, seguiti da canzoni e letture a cura degli amici con brani del coro dei ‘Pezzi Unici’.

E se per i tanti che lo conoscevano e apprezzavano la strada verso una sorta di accettazione della cruda realtà sembra tutta in salita, per la famiglia il dolore è soverchiante. In attesa della perizia tecnica che stabilirà le esatte dinamiche del sinistro chiudendo almeno dal punto di vista legale la brutta vicenda che ha profondamente segnato anche il ragazzo alla guida dell’auto, di fatto la sorella sta affrontando una situazione emotiva molto complessa e la mamma è finita anche qualche giorno in ospedale dal quale è stata dimessa pur in un contesto di continuo monitoraggio.

Un collasso al quale tenta di resistere papà Markhete, visibilmente provato a quasi due mesi da un addio lungi dall’essere metabolizzato.

Marco Zorzi

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia