A distanza di 12 anni quell’edificio che ora è diventato un immobile di 3 piani e con le sembianze di un hotel di Casablanca fa ancora discutere e rischia di condizionare il voto di domenica prossima.

Proprio come nel 2005, quando durante l’amministrazione Schneck qualcuno arrivò addirittura ‘alle mani’ per quell’autorizzazione non gradita a chi non vedeva di buon occhio quel centro culturale frequentato da musulmani, oggi il fuoco si riaccende in un momento storico ancora più incandescente.

Persino durante l’amministrazione Busetti il tema, senza ombra di dubbio delicatissimo, ha tenuto banco con prepotenza, con una Mariarita Busetti addirittura tacciata di essere troppo amica dell’imam di Thiene. Nessuno della vecchia guardia politica ha infatti dimenticato gli attacchi alla first lady di Thiene e la sua decisione di dire ‘no’ alla realizzazione di una vera e propria moschea in quella via del Rosario che oggi è sotto i riflettori più che mai.

Ad impressionare però la cittadinanza e a creare le tensioni che si stanno ripercuotendo su una campagna elettorale fino ad ora fin Marcatotroppo calma, gli arredi lussureggianti e quei 3 piani imponenti dei quali nessuno si sarebbe accorto fino a quando i media locali non ne hanno pubblicato le foto.

Com’è possibile che l’amministrazione Casarotto abbia consentito l’ampliamento di quel centro culturale che il sindaco si affanna a catalogare tra le azioni di un predecessore ora sfidante?

Casarotto sorride tranquillo e risponde con carte alle maniche è disposto ad esibire alla città: “Ci siamo limitati, nel 2014, su richiesta dell’associazione Il Futuro, a dare seguito al completamento di quello che è stato iniziato da Schneck che nel 2005, andando contro molti leghisti ‘duri e puri’, voleva trasferire da via Colleoni alla zona industriale i musulmani di Thiene. L’ufficio tecnico, senza che fosse necessario il passaggio in giunta, ha autorizzato quello che burocraticamente era stato iniziato da chi ora mi attacca. Le cose sono andate così – continua Casarotto che si dice sereno – La mia ex collega Busetti disse ‘no’ a ben altro. Quello che approdò in consiglio comunale nel 2009 era un progetto di un centro per l’esercizio pratico del culto islamico, quindi una vera moschea”.

Non ci stanno la Lega Nord, Forza Italia, i Venetisti e tutte le forze che hanno deciso di appoggiare Attilio Schneck sindaco, che accusano il primo cittadino e tutta la sua giunta di aver tenuto all’oscuro l’intera cittadinanza su un ampliamento destinato a stravolgere la vita e la viabilità di un intero quartiere industriale. Non ci stanno ad accollarsi l’accusa di aver dato il via a quello che oggi ha le sembianze di un vero e proprio progetto di moschea, mascherato centro polifunzionale. Stamattina a Thiene è arrivato l’assessore regionale Roberto Marcato, ‘scortato’ da altri leghisti veneti di rilievo (come Nicola Finco), che hanno addirittura filmato l’intera zona ed hanno promesso ai thienesi di studiare le carte che prevedono il progetto e di portare l’argomento sulle tv nazionali perché, a loro dire, “non è possibile che in un momento storico così delicato si sia potuti essere così superficiali nell’approvare un ampliamento che prevede una struttura così imponente e Moscheadestinata ad accogliere un vasto numero di persone”.

In tutta questa querelle, ci sguazzano i candidati sindaco che vedendo il rimbalzo della palla tra Casarotto e Schneck pensano che tra i 2 litiganti un terzo godrà di tutta questa vicenda. A fare la parte del leone, ancora una volta, è Christian Azzolin, che con la lista O.S.A., capitanata da Enrico Santini, parla di “solita politica che fa lo scaricabarile: “Di chiunque sia la colpa, il dato certo è che sta per essere completata un’opera maestosa che porterà scompiglio in una zona i cui abitanti adesso piangono le conseguenze di scelte poco responsabili”.

Più pacato Nicolas Lazzari, che parla di “presunta moschea, dove occorrerà vigilare in futuro perché si rispetti la legge”. Non pervenuto sull’argomento il grillino Orazio Comberlato.

Natalia Bandiera

Anna Bianchini

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