E’ tutto pronto a Hollywood per la proiezione di ‘Oscar’ il film di Dennis Dellai. Costato “na sbrancà de stracaganasse”, si è meritato la vigilia della serata più famosa del cinema, segno che l’arte vera non ha proprio prezzo.

Non trattiene l’emozione il regista e giornalista di Thiene, che è volato nella Mecca del cinema per sedere al Chinese Theatre e godersi, come una star, la sua ‘creatura’.

“Sono un ragazzo di provincia – ammette Dellai, che di provinciale però ha molto poco – Andare a Hollywood mi fa un po’ impressione, il cinema l’ho sempre guardato da fuori, un po’ come i bambini che si stropicciano gli occhi davanti alle vetrine di giocattoli, con la differenza che non sono mai stato preso dalla voglia di entrare in negozio”.

Il lungometraggio, è girato in Alto Vicentino, nei posti dove il protagonista, un giovane ebreo austriaco, si rifugiò con la famiglia nel 1943. Il suo talento di jazzista lo rese unico e amato e la propensione per la musica gli permise di abbattere ogni ostacolo, fino al superamento del confine svizzero, grazie all’aiuto della comunità e di un’organizzazione partigiana che condussero lui e i suoi famigliari verso la salvezza.

La storia di Oscar Klein sarà proiettata la vigilia della serata più importante per il mondo del cinema e Dellai, pur tenendosi saldo con i piedi per terra e rivelando eccessiva modestia, riconosce l’emozione.

“Vado a Hollywood con la consapevolezza che sarà un’esperienza elettrizzante, ad alto contenuto emotivo, ma che finirà lì – ha sottolineato – Non sono diventato improvvisamente un genio della cinepresa, un maestro del cinema, sono quello di sempre: un autodidatta dei movimenti di macchina, un regista guidato dalla passione e dall’incoscienza più che dalla grammatica del cinema, che gira film popolari, quelli che fanno storcere il naso ai palati fini, ai critici. Fortunatamente questo è quello che ho voluto fare, da quando ho avuto la mia prima cinepresa a 16 anni, non ho mai pensato di poter fare di meglio, sono conscio dei miei limiti. Sono invece cosciente del fatto che ho avuto al mio fianco, in tutti questi anni, un gruppo di amici che mi hanno sostenuto, che hanno creduto nei miei folli progetti, come quello di realizzare un film di guerra con mille comparse, mezzi militari, scene epiche, con la somma che serve a pagare i caffè della troupe di una produzione romana. Li ho sempre avuti al fianco e me li ritrovo ancora al fianco. Un’infinità di persone che hanno reso questo sogno vero, che hanno reso possibile far nascere un film piccolo piccolo, girato con una ‘brancà de stracaganasse’ che sbarca a Hollywood”.

Dellai ringrazia tutti colore che hanno partecipato ai suoi sogni, che lo hanno aiutato a realizzarli. Sa che tornerà alla sua scrivania e dietro la sua macchina da presa. Ma lo farà conoscendo il profumo di Hollywood.

Al suo fianco Paolo Agostini, autore delle musiche, a Los Angeles anche lui.

“Vivo di musica al servizio del cinema – ha spiegato il compositore di colonne sonore –Il cinema è un lavoro di squadra, ognuno fa la sua parte e io cerco umilmente di mettere il cuore nella mia. Sono felice e orgoglioso per tutti. Sono stato alle prove della proiezione e ho pianto di commozione nel vedere le luci che si abbassano, le immagini che scorrono, nel sentire i suoni che si espandono potenti”.

 

di Redazione AltovicentinOnline

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