Cresce il consumo di antidepressivi e antipsicotici nell’anno della pandemia, e cresce in particolari tra i bambini.
“Nel 2020 la prevalenza d’uso degli psicofarmaci nella popolazione pediatrica è stata pari allo 0,3%, con un tasso di prescrizione di 28,2 per 1000 bambini, in aumento dell’11,6% rispetto all’anno precedente”.
Il ricorso agli psicofarmaci presenta un andamento crescente per età, raggiungendo il massimo nella fascia 12-17 anni di età, nella quale si registrano un tasso di prescrizione di 65 per 1000 bambini e una prevalenza dello 0,71%. Analizzando le prescrizioni per sottocategoria di farmaci, la prevalenza d’uso maggiore si osserva per gli antipsicotici (0,19%), con un numero di confezioni pari a 15,7 per 1000 bambini, a cui seguono gli antidepressivi, con una prevalenza d’uso di 0,14% e la prescrizione di 8,1 confezioni per 1000 bambini, e i farmaci per l’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione Iperattività) con una prevalenza pari a 0,06% e una prescrizione di 4,4 confezioni per 1000 bambini.
Anche negli adulti gli antipsicotici hanno visto un aumento importante. Dal 2014 al 2020 il consumo è “aumentato di oltre il 20% passando da 8,3 nel 2014 a 10,1 dosi giornaliere nel 2020.
Mentre in termini di variazione media annuale si rileva un aumento del 3,3%”. In media, per ogni cittadino, la spesa è stata pari a 4,87 euro con un aumento del 2,1% in confronto al 2019 (+4,2% in termini di dosi). Tra le Regioni “si notano importanti differenze”: “la Sardegna ha un consumo quasi doppio rispetto alla Lombardia e, in generale, in quasi tutte le Regioni del Centro-Sud, ad eccezione della Campania, vi è un maggior ricorso a questi farmaci rispetto al Nord”. (ANSA).
