Don Spritz come una “star”. Anche venerdì scorso don Marco Pozza, il giovane sacerdote di Calvene, ha fatto breccia nel cuore della gente. E se qualcuno aveva ancora qualche dubbio, dopo la proposta al gremitissimo Auditorium Fonato di Thiene su “L’etica nello sport”, deve ora ammettere che il “don” c’è.
Federica su Facebook posta un commento lapidario ma eloquente: ‘Carismatico Don Marco Pozza, nella sua freschezza e gioventù’. Salvatore, invece, sul sempre più seguito sito di don Marco (www.sullastradadiemmaus.it), scrive: ‘Carissimo, anche venerdì sera a Thiene ho voluto partecipare ad una serata con una discussione piacevole e rinvigorente per chi come me cerca nel concreto la vera forza di tutti i giorni. La prima volta è stata a Sandrigo e posso dire che verrò ad altre serate, se potrò, perché non ho trovato discorsi ripetitivi e noiosi ma nuovi spunti per il mio percorso che cercherò, da umile marito, papà ed amico di trasmettere a chi è vicino a me’. Giampi Michelusi, assessore allo Sport del Comune di Thiene, ha dichiarato, infine, che ‘testimonianze come queste fanno parte di una nuova logica di concepire lo sport, rivalutato nel suo pieno concetto di sportività e considerato come impegno, sacrificio, lealtà e correttezza. Sono questi i valori che vanno recuperati, per offrire ai giovani una nuova forma di socializzazione, capace di riscoprire uno sport diverso da quello che ci viene costantemente dipinto dai media’.
E Venerdì prossimo, 24 maggio, don Spritz ritorna ancora una volta nel suo amato vicentino. Questa volta alle pendici del Cengio. Alle 21, don Pozza, da due anni cappellano del carcere di massima sicurezza “Due Palazzi” di Padova, è ospite d’onore della parrocchia di San Cristoforo di Cogollo del Cengio.
“Se sbaglio, riparto. Perché so sognare. Riflessioni di un prete in cammino” è il titolo dell’incontro che si terrà nel teatro parrocchiale su invito dei giovani e del parroco don Luigi Gatto che a tutte le messe di domenica, e anche attraverso il foglietto parrocchiale distribuito nelle famiglie, ha raccomandato vivamente la partecipazione.
“Quando la Chiesa diventa chiusa, si ammala. Pensate ad una stanza chiusa per un anno, una Chiesa chiusa è ammalata, la Chiesa deve uscire verso le periferie esistenziali, qualsiasi esse siano. Preferisco mille volte una Chiesa incidentata, piuttosto che chiusa e malata”. “Gesù ci dice andate, predicate, date testimonianza del Vangelo”. Lo ha detto Papa Francesco sabato nella veglia di Pentecoste dedicata all’incontro con i movimenti, le comunità e le associazioni ecclesiali del mondo. Lo ripeterà a squarciagola don Marco venerdì a Cogollo come lo fa già da nove anni a questa parte (è stato ordinato il 6 giugno 2004, ndr), prima nelle piazze dello spritz e ora dietro le sbarre della galera. Perché, per chi l’osserva da fuori, la Grazia non è sempre comprensibile.
di Redazione Thiene on line
