Sarà celebrata sabato 6 luglio, alle 19 nel Duomo cittadino, la messa per rinnovare il ricordo delle 54 vittime dell’Eccidio. La celebrazione è promossa congiuntamente dall’Amministrazione comunale e dall’associazione dei familiari delle vittime dell’Eccidio di Schio per mantenere viva la memoria dei tragici avvenimenti accorsi nella notte tra il 6 e il 7 luglio del 1945.

 

La cerimonia è infatti frutto del cammino di riconciliazione sfociato nel maggio del 2005 nella sottoscrizione della Dichiarazione sui valori della concordia civica da parte dell’amministrazione comunale, del “Comitato familiari delle vittime” e delle Associazioni Partigiane A.N.P.I. e A.V.L. Un patto solenne di pace e fratellanza, nel rispetto dei valori costituzionali e della loro genesi, che ha generato successivi importanti passi, fino all’apposizione, il 17 maggio 2009, di un’altra lapide che completa quella già presente con i nomi degli uccisi. E nella sera dello scorso 17 maggio, a conclusione del primo ciclo biennale di promozione nel mondo scolastico della conoscenza e della memoria della Dichiarazione e dell’Eccidio, si è tenuto in biblioteca civica un breve momento cerimoniale durante il quale è stato ricordato il percorso di elaborazione critica di quella tragedia che ha segnato così profondamente la memoria collettiva scledense: un cammino che è stato compiuto nell’ultimo decennio dai rappresentanti dei famigliari delle vittime con i rappresentanti delle associazioni partigiane.

“Questa cerimonia è un momento di unità e condivisione. E’ il frutto del cammino fatto dalla città, che, anno dopo anno, rinnoviamo con piena convinzione – sottolinea il sindaco Luigi Dalla Via – Per questo l’invito è rivolto a tutti gli scledensi che si riconoscono nei valori della pace e della concordia. Con la nostra presenza, sabato in Duomo, ribadiremo la nostra partecipazione al ricordo doloroso dei famigliari e, assieme, affermeremo la volontà di confermare e valorizzare con responsabilità il percorso di pacificazione che abbiamo intrapreso da oramai un decennio. E che ci vede da anni uniti attorno ad un Patto che riconosce il dolore reciproco per ciò che è stato non come un fattore di disunione, ma come cemento della nostra ritrovata concordia civica. Concordia che sta a noi continuare a coltivare e mantenere viva”.

di Redazione Thiene on line

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia