Sabato 15 marzo “saremo a Roma, in tanti, anche dal Veneto, per manifestare a favore dell’Europa e del suo futuro. Lo faremo con la convinzione che, pur con sensibilità e punti di vista diversi, l’Europa comune rimane l’unico orizzonte possibile, quello che ha garantito fino ad oggi 80 anni di pace. La missione dell’Unione Europea è oggi più centrale che mai, in un mondo attraversato da tensioni geopolitiche e segnato da nuove incertezze, anche alla luce del nuovo corso dell’amministrazione Trump”. Così Andrea Martella, segretario regionale del Pd Veneto. “Crediamo che solo l’Europa possa essere l’argine agli egoismi, alle derive nazionaliste e populiste che mettono a rischio la nostra democrazia, il nostro benessere, la concordia e la pace di un sogno europeo nato dalle macerie della guerra mondiale. Per questo, insieme a tante persone, a tanti militanti e amministratori democratici veneti, saremo in piazza a Roma, con la bandiera europea, per difendere e rilanciare un progetto che non è solo politico o economico ma che riguarda la libertà, la democrazia, i diritti sociali e civili”, conclude Martella. La Lega invece continua a martellare sulle scelte che maturano in Europa: “Mentre famiglie e imprese affrontano difficoltà sempre maggiori, l’Unione Europea sceglie di destinare 800 miliardi di euro al riarmo. Noi della Lega siamo stati gli unici nel centrodestra italiano ad opporci con fermezza a questa decisione, che rappresenta uno spreco ingiustificato di risorse pubbliche. L’Europa deve investire nella crescita, nel lavoro e nella sicurezza dei cittadini, non alimentare tensioni internazionali”, afferma Marco Dolfin, consigliere regionale di Lega-Liga Veneta.
“Il piano Rearm Europe è un segnale allarmante: invece di rispondere alle reali esigenze dei cittadini, Bruxelles continua a seguire una politica che guarda al passato. Mancano fondi per sostenere imprese, ridurre la pressione fiscale e arginare l’immigrazione irregolare, ma quando si parla di armi i soldi appaiono come per magia”, osserva Dolfin. In più “il voto di Strasburgo ha evidenziato una spaccatura profonda: da un lato chi vuole un’Europa prospera e pacifica, dall’altro chi sceglie di finanziare un’escalation militare” e la “sinistra ha dimostrato, per l’ennesima volta, tutta la sua incoerenza, dividendosi tra favorevoli e astenuti, incapace di prendere una posizione netta sulla questione. Noi della Lega, invece, siamo stati chiari: il futuro dell’Europa deve essere costruito sulla stabilità economica e sulla sicurezza sociale, non sulle armi e sulle guerre”, conclude Dolfin.
