“Sostenere il progetto di legge per l’introduzione del servizio militare e civile obbligatorio: a questo mira la mozione da me depositata oggi in Consiglio regionale del Veneto. Una proposta che ha già ricevuto un forte sostegno anche in occasione del recente congresso della Lega a Firenze. Durante il congresso, infatti, il partito si è impegnato formalmente per inserire nel proprio programma di governo l’approvazione della legge entro la fine della legislatura, sottolineando l’urgenza di una risposta concreta alle sfide sociali, economiche e geopolitiche che caratterizzano il nostro tempo”. A darne notizia il consigliere regionale dell’intergruppo Lega – Liga Veneta Roberto Bet che spiega: “Il progetto di legge prevede che tutti i cittadini italiani tra i 18 e i 26 anni svolgano un servizio obbligatorio di sei mesi, preferibilmente nella propria regione. Si tratta di un’opportunità formativa che prevede l’addestramento militare o un servizio civile in ambiti fondamentali come la protezione civile, la tutela del patrimonio naturale e culturale e il soccorso pubblico. In un contesto globale sempre più instabile, con conflitti geopolitici, emergenze climatiche e minacce digitali, è fondamentale che la nostra gioventù sia preparata ad affrontare le sfide del presente e del futuro”.

“C’è anche un altro fondamentale motivo – continua il consigliere – per cui sosteniamo questa iniziativa con forza. I dati sul disagio giovanile sono allarmanti: circa il 25% dei giovani tra i 18 e i 25 anni si sente isolato e dichiara di vivere in condizioni di disagio, con un futuro segnato da incertezze economiche e sociali. I dati OCSE evidenziano che l’Italia è tra i Paesi con il più alto tasso di NEET (giovani che non studiano, non lavorano e non sono in formazione) con una media del 23% tra i 15-24enni nel 2023. Il tasso di disoccupazione giovanile si attesta intorno al 20% e i fenomeni di criminalità e uso di sostanze stupefacenti tra i giovani sono in preoccupante aumento. Ormai non passa giorno che dalla cronaca locale si legga di violenze o addirittura omicidi tra ragazzi. Con questa proposta vogliamo dare ai giovani la possibilità di unire impegno, disciplina e formazione in un contesto che stimola la crescita personale, l’integrazione sociale e un forte senso di appartenenza alla comunità. Chi solleva obiezioni sulla proposta, sostenendo che sarebbe troppo onerosa, non considera le potenzialità che le risorse già presenti sul nostro territorio possono offrire. Il Veneto, infatti, è ricco di realtà locali che possono giocare un ruolo fondamentale in questo progetto. Penso all’Associazione Nazionale Alpini e alle altre associazioni d’arma, alla Protezione Civile, al mondo sportivo e, più in generale, al volontariato. Questi gruppi sono da sempre impegnati nella formazione civica e nella cura della comunità e sarebbero sicuramente pronti a contribuire a un servizio educativo e formativo che non solo sarebbe di beneficio alle nostre comunità, ma riuscirebbe anche a contenere la spesa pubblica. Inoltre, le risorse destinate alle spese militari potrebbero essere reindirizzate verso questo tipo di iniziativa, con un utilizzo più mirato e strategico. Infine, il mondo delle imprese, sempre più sensibile alle tematiche sociali e alla formazione della forza lavoro, ha tutto l’interesse a sostenere la crescita di giovani capaci di affrontare il lavoro con disciplina, sacrificio e impegno. Le esperienze già avviate in Regione, come i Campi Scuola dell’Associazione Nazionale Alpini, sono un esempio concreto di come il volontariato e le strutture locali possano essere utilizzati per formare i giovani, fornendo loro strumenti utili per il futuro, e creando al contempo un legame positivo tra la comunità e le istituzioni”.

“C’è poi da considerare – prosegue Bet – che l’introduzione del servizio universale non solo risponde a una necessità di formazione civile e militare, ma rappresenta anche un investimento per la nostra economia. I giovani che completano questo percorso acquisiranno competenze che arricchiranno il loro profilo professionale, rendendoli pronti a rispondere alle sfide di un mercato del lavoro sempre più competitivo. Un simile investimento sulla formazione della nostra gioventù contribuirà ad accrescere il PIL, ridurre il tasso di disoccupazione giovanile e prevenire fenomeni di emarginazione e devianza sociale. In Veneto, il sostegno alla proposta è ampio e trasversale. Sondaggi recenti hanno evidenziato che i cittadini sono favorevoli a un servizio civile o militare su base regionale, e la Lega si farà portavoce di questa necessità. La nostra gente è pronta a investire nel futuro, e questa legge rappresenta una delle strade più efficaci per garantire un’opportunità di crescita a tutta la nostra società. Infine, in vista dell’adunata di Biella degli Alpini, ribadiamo che la proposta non solo rappresenta una risposta ai problemi sociali, ma un’opportunità per rafforzare il senso di comunità e di appartenenza, valori che gli Alpini e le forze armate incarnano da sempre. Siamo convinti che il ritorno della leva obbligatoria, in forma civile o militare, possa rappresentare una risposta concreta e duratura per formare giovani più consapevoli e impegnati nel servizio per la collettività”.

“Con questa mozione – conclude Bet – la Lega si impegna fermamente a portare avanti l’approvazione della legge sul servizio obbligatorio universale entro la fine della legislatura, come stabilito dal nostro congresso a Firenze. È il momento di dare ai nostri giovani un futuro migliore, più sicuro e più preparato per affrontare le sfide del mondo che verrà”.

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