Un candidato di Fratelli d’Italia alla presidenza del Veneto e un ruolo da ministro a Roma per Luca Zaia? Il diretto interessato smonta subito: “Non c’è costrutto” ed è “inaccettabile pensare e immaginare che si diffonda l’idea che sia uno scambio di prigionieri”, perchè “io non sono ricandidabile” e “la scelta, che sarà autonoma tra le segreterie di partito, del futuro o della futura candidata alla presidenza della Regione nulla ha a che vedere con quello che andrò a fare io”. Lo mette in chiaro Luca Zaia, al termine di una conferenza stampa in cui concede alcune battute a margine prima di scappare a prendere un treno. “Che prenda il treno è una notizia… ‘Dove andrà Zaia?’ potrebbe essere il titolo di un libro, ragioniamoci sopra”, scherza citando il titolo del suo libro. E i giornalisti stanno al gioco: andrà a fare il ministro. Macchè, risponde e “invito a non fate accostamenti maliziosi che potrebbero servire a qualcuno da alibi per giustificare dei risultati che non si portano a casa. e parlo in senso generale, non mi riferisco a nessuno”, ribadisce a proposito dello ‘scambio’ presidenza Fdi-ministero a Zaia. Il governatore spiega anche che le cose non stanno come nel 2010 quando ci fu “lo scambio tra me e Galan, un passaggio di consegne strutturato e programmato”; ora è diverso perchè Galan allora era ricandidabile, Zaia ora invece non lo è e dunque si eviti un “accostamento che non vedo opportuno: la vicenda della scelta del presidente della Regione è politica e nulla ha a che che vedere con quello che farò in futuro”. Vero è che “non sono muto” e quindi Zaia dirà la sua sul suo candidato a succedergli: aspetterà il nome e poi commenterà a seconda che sia “un cavallo da corsa, da trotto o da tiro”. Il suo delfino? Zaia ironizza rispolverando la risposta di Bossi che parlò di “trota”.

Del prossimo candidato presidente della Regione Veneto per il centrodestra Zaia potrebbe parlarne anche con Giorgia Meloni attesa al festival delle Regioni (“ma forse si collegherà”), in fondo tra loro c’era e c’è, conferma anche oggi, un ottimo rapporto: “Se dirò la mia? E’ ovvio che dirò la mia, ma il lavoro preparatorio perchè possa dire la mia lo devono fare le segreterie”. Il fatto che la Lega (Giulio Centenaro) spinga per il ritorno di Matteo Salvini al Viminale riapre i giochi anche per uno Zaia di nuovo ministro. Zaia scherza allora sulla delega ai trasporti riprendendo il rimando al treno da prendere… “Voi lo sapete: sono candidato a tutto quello che passa il convento: commissario europeo, ministero, Palazzo Chigi e ho anche sgommato verso il Coni… Siamo a ai livelli di riscadalmento a bordo campo, leggo quello che scrivete- dice ai cronisti- e non ne so nulla, vi do la mia parola d’onore. Il futuro si vedrà, si deve essere pragmatici e fatalisti, ne vedo tanti che si rovinano la vita pensando al futuro”.

“RICONSEGNAMO MACCHINA CHE TUTTI AMMIRANO, GUAI AD AMMACCARLA”

La data del voto per le regionali in Veneto c’è tempo di indicarla fino a 60 giorni prima, ma “lo faremo qualche mese prima”, continua il presidente uscente Luca Zaia. Per il ritorno alle urne la finestra va dal 21 settembre al 23 novembre e Zaia conferma :” si sceglierà tenendo in conto festività ed eventi, “ma comunque si andrà a votare. Lo dico perchè qualcuno ha fatto credere che non si va a votare. Fino ad allora andiamo avanti con tutto. Sia chiaro che la Regione non va avanti fino a ultimo giorno a scartamento ridotto, noi governiamo e io sto mettendo in lavorazione attività che faranno i miei successori, candidature di altri grandi eventi perchè penso cui sia corretto così”, dice Zaia che ai suoi assessori ha raccomandato di arrivare ad un passaggio di consegne fatto in modo “che non ci sia in istante perso con chi arriva dopo”. La domanda di partenza era sullo stato dell’arte di temi come riforma delle Ipab, fine vita e limite al mandato degli assessori. “Si va avanti su tutto”, dice dunque Zaia facendo un altro esempio: “Non è che tiriamo il freno sull’Ospedale di Padova, voglio che si arrivi al finanziamento con Inail”. Come pure sull’autonomia Zaia conta di fare altri passi avanti.

UNA REGIONE DI GRANDE REPUTAZIONE INTERNAZIONALE

In ballo da qui a fine mandato in Veneto, “c’è un sacco di roba… Questa è una regione che riconsegniamo con uno standing e una reputazione nazionale e internazionale che prima non aveva. Guardate, non è per polemica, perchè i lombardi sono dei fratelli, ma i primi giorni” in cui Zaia era diventato presidente della Regione, “a livello nazionale esisteva solo la grande Lombardia che è una grande Regione, amministrata bene, ma oggi c’è anche il Veneto e il primo risultato che consegniamo a chi ci succede è quello di una Regione che è una macchina perfettamente tagliandata che quando passa per strada tutti si girano. Si cerchi di non ammarecarla, perchè poi ti presentiamo il conto. Qui non c’è bisogno di scuse ma di gente che mette pancia a terra e lavori”, conclude il Doge.

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