Mettere a confronto l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, l’Azienda Sanitaria Locale, l’Azienda Convenzionata di Negrar, le Istituzioni e gli esperti in sanità della Regione Venet, per stimolare azioni rapide che consentano di raggiungere una copertura vaccinale sempre maggiore di persone fragili: si è svolto oggi, il convegno “Il Valore della Prevenzione Vaccinale. Modelli innovativi per raggiungere la popolazione ad alto rischio”, organizzato da Motore Sanità, grazie al contributo incondizionato di GSK.
La prevenzione vaccinale è un pilastro etico e sociale: tutela insieme la persona e la comunità. Dal punto di vista economico, ogni euro investito nella vaccinazione può generare fino a diciannove euro di benefici per la società e per il Servizio Sanitario Nazionale. Recependo il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023/2025, la DGR n. 990/2023 ha rafforzato in Veneto le strategie dedicate ai cittadini a maggior rischio, ponendo la persona al centro e garantendo equità, sicurezza, qualità, prossimità ed appropriatezza dell’offerta. Con la DGR n. 521/2024, Allegato D, sono state inoltre definite le linee di indirizzo per l’organizzazione degli Ambulatori Vaccinali Specialistici rivolti ai soggetti con condizioni sanitarie di aumentato rischio. Sul territorio, i Servizi di Igiene e Sanità Pubblica (SISP) delle Aziende ULSS assicurano governance, coperture omogenee e accesso equo, mettendo a disposizione gli ambulatori specialistici in sinergia con i reparti ospedalieri, rafforzando la rete vaccinale e la presa in carico tempestiva del soggetto. In questi ambulatori, guidati da un medico specialista in vaccinologia e da un’équipe multidisciplinare esperta composta da assistenti sanitari e infermieri vaccinatori, si costruiscono calendari vaccinali personalizzati per permettere la migliore protezione del soggetto dai rischi infettivi. Quando il soggetto non può rispondere adeguatamente alla vaccinazione inoltre, si adottano strategie di “cocoon” raccomandando la vaccinazione ai familiari e ai conviventi del soggetto. Grazie a questo modello innovativo, la prevenzione vaccinale diventa un investimento ad alto rendimento di salute, che irrobustisce la resilienza del Servizio Sanitario regionale e garantisce protezione tempestiva, sicura e personalizzata ai cittadini più vulnerabili”. Queste le parole della Direzione Prevenzione, Sicurezza Alimentare, Veterinaria – Area Sanità e Sociale della Regione Veneto.
“L’impegno del Servizio Sanitario Nazionale nell’affrontare le sfide attuali poste dal costante aumento delle malattie cronico-degenerative non può prescindere, come ci ha ricordato la pandemia da SARS-CoV2, da una costante attenzione al rischio infettivo. In tale scenario, la ricerca scientifica e le nuove tecnologie vaccinali hanno significativamente aumentato le strategie di prevenzione per le più diffuse patologie infettive aprendo nuovi scenari anche per le popolazioni ad alto rischio. Ciò ha reso finalmente possibile delineare una strategia per la protezione dei pazienti ad alto rischio affetti da malattie oncologiche, ematologiche, reumatologiche, sottoposti a dialisi o a terapie immunosoppressive, ben definita dalla Regione Veneto con un provvedimento dedicato (DGR 990/23), aumentando la sicurezza del loro percorso di cura rispetto a specifiche ma significative complicanze infettive, dall’influenza alle infezioni da pneumococco, dai meningococchi all’herpes zoster collegato a varicelle acquisite nella ormai lontana infanzia di tali persone. Per questo motivo è stato organizzato un workshop nell’ambito veronese che permettesse ai manager dei percorsi vaccinali e delle strutture ospedaliere (pubbliche e private accreditate) di condividere con i clinici delle aree specialistiche maggiormente coinvolte e i rappresentanti delle organizzazioni dei pazienti un momento di riflessione sui modelli organizzativi più idonei a consentire l’accesso appropriato e sicuro alla erogazione dei vaccini sia nel contesto ospedaliero che territoriale di ciascun paziente. L’obiettivo è quello di poter definire un modello organizzativo condiviso di offerta vaccinale che consenta di intercettare in maniera sempre più efficace i soggetti fragili per le patologie di cui sono affetti permettendo di ridurre in modo significativo le complicanze gravi dell’infezione e la mortalità ad essa collegata”, ha dichiarato Stefano Tardivo, Professore Ordinario Dipartimento Igiene e Medicina preventiva, ambientale e occupazionale, Università di Verona.
“Per Cittadinanzattiva la vaccinazione è un aspetto essenziale di prevenzione, pensiamo alle conseguenze nei casi dove il vaccino non c’è. I pazienti fragili non sono solo i bambini e gli anziani ma esiste una grande fetta di giovani con malattie croniche, salute mentale, tossicodipendenti, alcolisti, ecc. Il vaccino dev’essere disponibile a tutti, non solo somministrazioni per corti ma per tutti i pazienti con patologie croniche. Per raggiungere gli standard minimi è necessaria un’informazione corretta e precisa di “chi fa cosa” e indicazioni esatte dei percorsi su dove andare, a chi rivolgersi e chi deve garantire la fornitura. Se poi il personale sanitario fosse anche più convinto e coerente in tema di vaccini allora anche i cittadini sarebbero più fiduciosi. L’esperienza di Cittadinanzattiva in una Survey regionale ce lo conferma. Il vaccino come forma di prevenzione ma a parità di diritti e quindi a tutti i soggetti che ne hanno necessità, compresi i non deambulanti e allettati”, ha spiegatoto Lorenzo Mattia Signori, Segretario Regionale Cittadinanzattiva Veneto.
