Non è più solo il Pd a sbraitare su una sanità veneta che non è più quella di una volta,  il coro si fa a più voci.

“Sulle liste d’’attesa c’è un problema anche in Veneto, oltretutto la Regione non sembra essere puntuale e precisa nel fornire al Governo i dati reali per il monitoraggio nazionale. Non a caso il Ministro della Salute Schillaci, sia nella sua relazione alla Camera che nelle interviste, quando ha parlato di best practices ha citato una serie di Regioni, ma non il Veneto”.

Lo afferma la deputata di Forza Italia Paola Boscaini, che giudica “inevitabile” il decreto di febbraio che ha deciso di centralizzare il monitoraggio sulle liste d’attesa regionali con la nuova piattaforma nazionale. “Il Governo sta dimostrando di voler affrontare e risolvere con grande decisione un problema enorme. Ma la stessa disponibilità deve esserci da parte delle Regioni, che giustamente sono autonome in materia di sanità, ma che di fronte a una situazione che condiziona negativamente la vita dei cittadini devono anche collaborare”.

Boscaini sottolinea che “questo Governo ha destinato alla sanità ingenti risorse, nel 2027 il Fondo sanitario nazionale arriverà a 141 miliardi. E sono state date risorse specifiche alla Regioni per abbattere le liste d’attesa. Al Veneto sono stati dati 41,5 milioni nel 2024, 23 milioni al pubblico e 18,5 ai privati convenzionati, i 23 milioni al pubblico non è dato a sapere se sono stati spesi o sono rimasti nei bilanci delle aziende. Nel 2025 sono stati dati 45 milioni ai privati convenzionati, che però non sono ancora stati distribuiti (e siamo a fine maggio!)”.

Pertanto, continua Boscaini, “è legittimo che lo stesso Governo voglia accertarsi che le Regioni spendano al meglio queste risorse. Ecco, non so se in Veneto questo è sempre stato fatto in questi ultimi anni…”. Boscaini ricorda che “la Regione Veneto sulla sanità nel 2024 ha avuto un avanzo di cassa di quasi 450 milioni di euro, eppure sulle liste d’attesa non si fa a sufficienza”.

La replica

“Spiace dover constatare che anche l’onorevole Boscaini, purtroppo, preferisce fare demagogia politica sulla pelle dei pazienti e sulle spalle di medici e operatori sanitari che lavorano giorno e notte, invece di basarsi su dati ufficiali e verificabili”. L’assessore alla Sanità della Regione Veneto, Manuela Lanzarin, già dura nelle scorse settimane con il forzista Flavio Tosi, sempre per questioni relative alla gestione della sanità in regione, stronca oggi anche l’affondo della deputata azzurra. “Al posto di alimentare polemiche infondate- prosegue Lanzarin- basterebbe consultare i documenti ufficiali del Mef e gli atti approvati dalla Giunta regionale per verificare che il Veneto ha speso integralmente le risorse assegnate per abbattere le liste d’attesa, aggiungendo fondi propri regionali”, mette in chairo la Regione. E dunque, si dettaglia: nel 2023 sono stati assegnati e spesi 29,1 milioni di euro; nel 2024 la Regione ha impiegato 41,5 milioni di euro, “già interamente assegnati e utilizzati”; nel 2025, l’1 aprile sono stati già stanziati 42,3 milioni di euro e 22,3 vanno a prestazioni aggiuntive del personale, 20 per acquisti da privato accreditato. Inoltre, nel 2022 furono utilizzati oltre 65 milioni di euro, grazie a risorse vincolate degli anni precedenti. “Tutte queste cifre sono documentate, e le somme stanziate sono state spese nei tempi previsti o utilizzate per l’anno successivo, senza alcun avanzo nascosto, come qualcuno lascia intendere”, avvisa Lanzarin.

Quanto al dato “di un presunto ‘avanzo di cassa’ è semplicemente falso- sottolinea Lanzarin- non esiste avanzo libero disponibile per la spesa corrente, ma fondi già impegnati per prestazioni, contratti e investimenti vincolati, come prevede la normativa vigente”. Il Veneto è “tra le poche Regioni in equilibrio di bilancio e con monitoraggi regolari trasmessi a Roma. Le insinuazioni dell’onorevole Boscaini sono dunque una polemica sterile, smentita dai numeri. Invito la deputata a studiare e informarsi meglio, consultando fonti ufficiali e non veline politiche. Sarebbe un atto di rispetto verso i professionisti della sanità veneta e verso i cittadini che meritano verità, non propaganda”, conclude Lanzarin.

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