La ventilata riforma della legge sulla caccia preoccupa seriamente il mondo dell’escursionismo e del turismo outdoor. A lanciare l’allarme è Assoguide, l’associazione nazionale che rappresenta le guide professionali, che in una nota ufficiale ha espresso “forte preoccupazione” per i possibili contenuti della proposta normativa, definendola “devastante per il comparto”.

Secondo il Consiglio Direttivo di Assoguide, se venissero approvate le modifiche ipotizzate – tra cui l’ampliamento del calendario venatorio, l’estensione delle aree di caccia e la possibile riduzione delle zone protette – le attività escursionistiche, sportive e turistiche all’aperto sarebbero messe seriamente a rischio. “Già oggi guide e appassionati incontrano difficoltà nel praticare escursionismo in alcune zone durante la stagione di caccia,” afferma l’associazione. “L’ulteriore allargamento della caccia, persino nei parchi e nelle riserve naturali, renderebbe in molti casi impossibile lo svolgimento di attività outdoor, traducendosi di fatto in un vero e proprio divieto di escursionismo.”

Oltre all’impatto sulla fruizione del territorio, Assoguide richiama anche il tema della sicurezza, segnalando come la casistica degli incidenti di caccia dimostri la pericolosità di una convivenza forzata tra attività venatoria e attività ludico-sportive. “Esporre escursionisti e famiglie al rischio concreto di trovarsi in aree interessate da battute di caccia – si legge nel comunicato – è in netto contrasto con il principio di auto-responsabilità promosso dallo stesso governo.”

Per questo, l’associazione chiede un confronto immediato con il Governo e con il Ministero del Turismo, ricordando l’importanza economica e culturale del settore outdoor e il ruolo cruciale che esso svolge nella valorizzazione dei territori.

Assoguide propone una revisione dell’approccio normativo, con una serie di misure concrete: mantenere il divieto assoluto di caccia all’interno delle aree protette, considerate luoghi privilegiati per le attività escursionistiche e naturalistiche; equiparare sentieri e siti di interesse culturale alle strade ad uso pubblico, applicando distanze di sicurezza obbligatorie per l’attività venatoria; demandare alle amministrazioni locali la creazione di percorsi sicuri per residenti e turisti, tutelando la fruizione in sicurezza del patrimonio naturalistico.

Infine, l’associazione ricorda che qualsiasi riforma deve avvenire nel rispetto della normativa europea e dei principi sanciti dalla Costituzione Italiana, che all’articolo 9 tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, “anche nell’interesse delle future generazioni”. “Chiediamo al Parlamento di bilanciare gli interessi in gioco,” conclude la nota, “perché il turismo sostenibile e la fruizione consapevole del territorio sono risorse preziose da tutelare, non ostacoli da aggirare.”

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