La Banca Centrale Europea ha annunciato un nuovo taglio dei tassi d’interesse di 25 punti base, portando il tasso di riferimento dal 2,25% al 2%.
È l’ottavo taglio consecutivo da giugno 2024, quando la minaccia dell’inflazione ha cominciato a rientrare. E secondo gli analisti, un nuovo ritocco potrebbe arrivare già a settembre, con un’ulteriore limatura entro fine anno. Obiettivo: portare i tassi verso l’1,5%-1,75% entro la fine del 2025.
Ma cosa significa, in pratica, questo taglio per famiglie, investitori e risparmiatori?
Per i nuovi mutui, però, il calo dei tassi a breve si scontra con un Eurirs ancora alto, che tiene su il costo dei mutui fissi. Il ventennale viaggia attorno al 2,7%, mentre l’Euribor, già sotto il 2%, offre margini di risparmio. In molti casi, i tassi di partenza si equivalgono per fisso e variabile, e la scelta migliore dipende dal profilo del richiedente.
Anche i prestiti personali risentono positivamente del taglio BCE. Secondo Facile.it, il TAEG medio è sceso dal 10,5% di gennaio al 10,18% di aprile. Su un prestito di 20.000 euro in cinque anni, il risparmio può sfiorare i 100 euro. Gli analisti si aspettano una discesa graduale dei tassi fino al 10% entro fine anno. Il consiglio? Confrontare le offerte, perché le differenze tra un istituto e l’altro possono essere significative.
TITOLI DI STATO: BOOM DI RICHIESTE PER I NUOVI BTP
I segnali sui mercati sono già visibili. Il 4 giugno, in un’asta BTP da 17 miliardi, sono arrivate richieste per 214 miliardi di euro, 13 volte tanto. La cedola del nuovo BTP a 5 anni è scesa dal 2,95% al 2,70%, esattamente il taglio deciso dalla BCE. E anche il BTP decennale ha visto calare il rendimento, passando dal 3,61% al 3,49% nel giro di 10 giorni.
La fiducia è alimentata anche dal miglioramento del rating italiano: S&P ha alzato il giudizio a BBB+, Moody’s ha rivisto l’outlook da “neutro” a “positivo”.
