Il governo sta lavorando per permettere a tutti di andare in pensione a 64 anni, anche per chi non è un contributivo ‘puro’ e quindi non potrebbe ancora andarci in base al sistema contributivo vigente. A parlarne con Repubblica, in un’intervista, è il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon: “Credo che 64 anni possano diventare la vera soglia di libertà pensionistica. Oggi la possibilità è limitata ai contributivi puri. Valutiamo i costi per estenderla anche a chi è nel sistema misto. Vogliamo rafforzare poi la previdenza complementare, anche permettendo di usare il Tfr girato all’Inps come rendita per alzare le pensioni e uscire a 64 anni”.
“VANNO TROVATE LE RISORSE”
Come spiega il sottosegretario, al momento la novità è in valutazione. “Si tratta di una valutazione tecnica che sta facendo il Mef”. La volontà politica, però, c’è, e punta a “bloccare l’aumento dell’età pensionabile“. Secondo Durigon, 64 sono una età giusta per smettere di lavorare (“non serve migliorarla ulteriormente”), ma per renderla una soglia valida per tutti occorre trovare le risorse. “In un primo momento la Ragioneria parlava di 200 milioni. Valuteremo”, dice ancora Durigon.
