Il Ponte sullo Stretto di Messina non scalda i cuori degli italiani. Anzi, secondo il sondaggio pubblicato oggi da Ilvo Diamanti su La Repubblica, l’opera simbolo della propaganda infrastrutturale della Lega e del governo Meloni non rappresenta affatto una priorità per la maggioranza dei cittadini. A confermarlo sono i numeri: solo una minoranza considera il progetto strategico, e il sostegno è concentrato soprattutto tra gli elettori della Lega e di Italia Viva.
A prendere posizione in modo netto è il movimento Patto per il Nord, che in una nota commenta così i risultati del sondaggio: “Il Ponte sullo Stretto non interessa agli italiani, men che meno agli italiani del Nord, che si oppongono con forza allo sperpero di fondi pubblici per un’opera non prioritaria rispetto ad altre urgenze: infrastrutture moderne, trasporti efficienti e una sanità in affanno”.
Il Ponte di Messina come bandiera politica
Secondo Patto per il Nord, i dati del sondaggio confermano che l’opera non è stata pensata per rilanciare il Sud, né tantomeno il Paese intero, ma per sostenere una precisa strategia politica: “Il Ponte è diventato il simbolo della propaganda di Salvini Premier al Sud. Serve più al partito che ai cittadini. È un’infrastruttura che guarda al consenso elettorale, non allo sviluppo economico.”
Nel mirino del movimento autonomista anche il paradosso fiscale: “Il Nord, che produce e lavora, sarà quello che pagherà il conto più salato, visto che le tasse si versano dove c’è attività economica. È il contrario esatto del federalismo fiscale e dell’autonomia. Ancora una volta – accusano – si dice una cosa e se ne fa un’altra”.
Un Nord stanco di pagare?
L’intervento di Patto per il Nord riaccende il dibattito sulla distribuzione delle risorse pubbliche in Italia. Un tema che, ciclicamente, torna ad alimentare lo scontro tra Nord e Sud e che si intreccia con la battaglia per l’autonomia differenziata e il regionalismo fiscale. “A difendere il Nord – si legge nella nota – ci stiamo pensando noi, perché chi ne ha fatto una bandiera, oggi si è dimenticato delle promesse”.
Cosa dice il sondaggio
I dati raccolti da Diamanti mostrano un’opinione pubblica fredda, quando non ostile, nei confronti del progetto del Ponte. La percentuale di cittadini che ritengono l’opera “una priorità” è marginale, mentre cresce la convinzione che le risorse vadano dirottate su opere più urgenti, come il potenziamento delle ferrovie locali, la manutenzione stradale e il rilancio della sanità pubblica. Il sostegno al Ponte si concentra quasi esclusivamente tra gli elettori del centrodestra, in particolare della Lega e di Italia Viva, confermando una forte connotazione politica del progetto.
Un progetto controverso
Il Ponte sullo Stretto è da decenni una delle opere più controverse e discusse d’Italia. Annunciato e poi accantonato più volte, è tornato in auge negli ultimi anni sotto la spinta del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Il progetto prevede un ponte sospeso di oltre 3 km che collegherebbe Calabria e Sicilia. I costi stimati superano i 13 miliardi di euro, ma tra iter burocratici, contenziosi e aggiornamenti tecnici, la cifra è destinata a salire. Non mancano le critiche: dagli ambientalisti agli economisti, in molti giudicano il progetto antieconomico, ad alto impatto ambientale e inutile senza una rete infrastrutturale adeguata su entrambe le sponde dello Stretto. Il governo continua a sostenere il progetto come “grande opera strategica”, ma il sondaggio potrebbe rappresentare un campanello d’allarme politico. In un Paese diviso, dove Nord e Sud sembrano sempre più distanti anche nella percezione delle priorità, il Ponte rischia di diventare non solo un’opera ingegneristica discutibile, ma anche un simbolo di una frattura politica e culturale ancora lontana dall’essere risolta.
di Redazione AltovicentinOnline
