di Nicola Perrone
Sono tre anni di guerra. Il popolo dell’Ucraina, e il suo presidente Zelensky, sono diventati il simbolo di chi combatte per la libertà contro la dittatura russa di Vladimir Putin. E abbiamo visto popolo e vertici dello Stato sempre compatti, determinati a difendere le proprie istituzioni.
Ma in queste ultime ore abbiamo assistito a qualcosa di insolito, che mi ha colpito: decine e decine di migliaia di cittadini sono scesi in piazza per protestare contro Zelensky. Ce l’avevano con la sua ultima legge che aboliva di botto l’indipendenza delle agenzie nate per combattere la corruzione, uno dei mali storici dell’Ucraina.
Manifestazioni imponenti e piene di rabbia, per la paura di ritornare al passato quando chi conquistava posizioni al vertice dello Stato usava il potere per rapinare, razziare le risorse pubbliche e arricchirsi senza vergogna. Il presidente Zelensky è stato costretto a fare marcia indietro, ha promesso che nel giro di qualche giorno ci sarà una nuova legge che ripristinerà l’indipendenza delle agenzie anticorruzione.
A suo tempo, quando Zelensky calcava le scene in tv come attore comico, era il suo produttore manager. Per gli ucraini è lui l’uomo più potente (e ricco) dell’Ucraina, lui che manovra e cerca di dettar legge anche al presidente incaricato. Questa legge, secondo i media ucraini, sarebbe servita a ‘scudare’ i suoi amici, il gruppo che attorno a lui, purtroppo, anche con la guerra in corso che ammazza e distrugge, pensa soltanto ad arricchirsi, a fare affari e a inguattare il bottino all’estero.
A Putin e a suoi scagnozzi non è parso vero. La propaganda russa si è subito messa all’opera per strumentalizzare la protesta del popolo ucraino traducendola così: “Avete visto? Avevamo ragione a dire che Zelensky e i suoi sono dei ladri, sono degli intrallazzatori che vi stanno ingannando… aiutateci a cacciare Zelensky”.
Occorre massima vigilanza, contrastare e non far passare la propaganda del dittatore Putin. In Ucraina c’è democrazia, la gente quando c’è qualcosa che non va, può scendere in piazza e protestare. In Russia solo se qualcuno si azzarda a pensare qualcosa che si ritiene non in linea col pensiero di Putin finisce in un gulag e prima o poi finisce ammazzato da qualche sgherro, tanto poi l’assassinio verrà refertato come infarto dai medici complici.
Bisogna continuare a sostenere il popolo ucraino, aiutarlo a combattere i corruttori con l’obiettivo di consolidare il percorso virtuoso per un’Ucraina democratica e governata da persone che hanno a cuore gli interessi della popolazione e non soltanto le proprie tasche.
