Rinchiusi giorno e notte in un recinto sporco, costruito contro il muro di cinta di un’azienda di taglio del marmo a Pescantina, in provincia di Verona. Costretti a cibarsi e a bere da ciotole arrugginite, mostravano evidenti segni di disagio psicologico e fisico: abbaio compulsivo, vocalizzazioni di sofferenza, movimenti stereotipati e stress cronico. Così vivevano Aron e Nebbia, un setter inglese di appena due anni e una drahthaar di dieci, liberi di uscire solo poche volte l’anno per cacciare. La loro era una vita fatta di isolamento, dolore e indifferenza, finché qualcuno non li ha notati e segnalati allo Sportello LAV contro i maltrattamenti sugli animali di Verona.
“D’altronde – come testimoniato – la puzza di feci e urina si sentiva fin dalla strada, e così i latrati strazianti dei due animali”. La segnalazione ha portato a degli immediati e ripetuti sopralluoghi, effettuati dai volontari LAV per verificare e documentare lo stato di salute dei cani. Ci sono voluti quasi due mesi per raccogliere tutti i materiali sulle condizioni drammatiche dei due animali: immagini e testimonianze inequivocabili. A fine giugno, LAV ha potuto così depositare un esposto ai Carabinieri di Pescantina. E in meno di due settimane, il sopralluogo congiunto con la ASL veterinaria ha confermato la denuncia: recinto inadeguato, cucce fatiscenti e cure inesistenti. Alla femmina, Nebbia, non era nemmeno stata curata una grave congiuntivite e una forma dolorosissima di artrosi. La ASL veterinaria ha dapprima tentato una risoluzione bonaria del caso, dando suggerimenti e prescrizioni all’umano proprietario dei cani, per provare a migliorare la loro condizione. Ma, la Procura della Repubblica ha disposto il sequestro preventivo dei due animali e il loro affidamento temporaneo alla LAV, reso definitivo proprio in queste ore con decreto di alienazione giudiziaria, provvedimento che accelera la pratica di salvataggio. “Non si tratta solo di incuria – dichiara Lorenza Zanaboni, responsabile della sede di LAV Verona – ma di una vera e propria privazione di dignità, un maltrattamento che riflette un’idea di animale come strumento, non come essere senziente. I cani non sono a disposizione umana per la caccia, ma meritano una vita dignitosa e libera”. I due cani, subito sottoposti a visita veterinaria, erano affetti da gravi patologie: infestazione da parassiti intestinali, giardia, un’otite trascurata per Aron, dolori articolari cronici per Nebbia. Segni evidenti di una vita trascorsa nell’abbandono e nella trascuratezza. Nebbia inizierà subito un nuovo percorso: sarà adottata da una veterinaria di Verona, socia LAV, che da anni si prende cura dei casi di maltrattamento più gravi. Per Aron, invece, LAV è alla ricerca di una famiglia speciale, che lo accolga con amore e gli faccia dimenticare l’orrore vissuto. LAV proseguirà con determinazione la sua lotta contro ogni forma di abbandono e maltrattamento. Nessun essere vivente merita di essere dimenticato in un tale stato di degrado e poi considerato solo in quanto strumento di caccia.
