Ha 37 anni, è italiano e conosciuto alle forze dell’ordine l’uomo che l’altra sera ha picchiato a sangue Carlo Bramezza, dirigente dell’Ulss 7 Pedemontana Veneta. In meno di 24 ore gli uomini della Questura di Treviso lo hanno rintracciato. Ora si trova ai domiciliari con il braccialetto elettronico. Questo perché, proprio stamane, è sfilato davanti ai giudici in un processo per direttissima con l’accusa di aver molestato un anno fa alcuni negozianti del centro di Treviso.

Ancora con il ricordo vivo dei pugni che prendeva in faccia, mentre cercava di ripararsi rannicchiato a terra, Bramezza ha raccontato quei tremendi attimi al quotidiano La Nuova Venezia: “mi ha preso a pugni e calci con violenza, mi ha colto di sorpresa e per proteggermi mi sono rannicchiato a terra. Ha continuato a picchiarmi finché non si è stancato e poi se n’è andato”. Una scena alla quale avrebbero assistito anche dei testimoni che, a quanto pare,  sarebbero stati fondamentali nel fornire indizi preziosi agli agenti della volante intervenuta in centro a Treviso. Una caccia all’uomo, M.C. 37 anni, che nel giro di ventiquattro hanno fatto scattare le manette ai suoi polsi. Stamane, è sfilato davanti ai giudici in un processo per direttissima con l’accusa di aver molestato un anno fa alcuni negozianti del centro di Treviso e venne gravato da un divieto di avvicinamento a meno di 500 metri.

Nonostante questo ‘cartellino giallo’, l’uomo mercoledì sera si è recato in centro a Treviso. Vicino al locale delle due persone molestate. Lì, avrebbe senza alcun motivo preso di mira Bramezza. Non un pugno solo.  ma tanti. Il dirigente è rimasto ferito a terra, col volto sanguinante, livido sul corpo,  lo zigomo fratturato e cinque punti di sutura vicino all’orecchio.

di Redazione AltovicentinOnline

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