C’era una volta un ragazzo dell’Alto Vicentino, con le mani abituate a lavorare nella macelleria di famiglia e la passione per la cucina ben radicata nel cuore. Il suo nome era Lorenzo Battistello, nato e cresciuto a Breganze, piccolo paese tra le colline e i vigneti della provincia di Vicenza. Il 16 settembre del 2000, il suo volto sarebbe entrato in milioni di case italiane, trasformandosi in poche settimane da perfetto sconosciuto a celebrità televisiva. Il motivo? La prima edizione del Grande Fratello, un format allora rivoluzionario che cambiò per sempre la televisione italiana.

Battistello, con la sua genuinità e il suo accento veneto, fu uno dei dieci pionieri del reality più famoso d’Italia. In una Casa dove nessuno si conosceva e dove le telecamere erano ovunque, Lorenzo si distinse subito per il suo spirito pratico, la disponibilità e, soprattutto, per la sua abilità ai fornelli, che gli valse il ruolo di “cuoco ufficiale” del gruppo.

All’epoca aveva da poco lasciato la macelleria di famiglia a Breganze per tentare nuove strade, ma mai avrebbe immaginato di finire sotto i riflettori di un programma che, alla sua prima edizione, superò ogni previsione: oltre 16 milioni di spettatori seguirono la finale, battendo addirittura il Festival di Sanremo. «Mi sembra un’altra epoca», ha raccontato recentemente al Corriere della Sera. «Non c’erano smartphone, né social. Solo noi, le telecamere e il pubblico da casa. Eppure quella semplicità aveva qualcosa di magico». Per il provino, Lorenzo puntò tutto sulla sua identità veneta, arrivando persino a portare come oggetto personale un vino di Breganze, simbolo del suo legame profondo con il territorio.

Il “cuoco del Grande Fratello” prima dei cuochi-star

I programmi di cucina non avevano ancora invaso il palinsesto, Lorenzo fu un piccolo precursore. «Oggi i cuochi sono delle rockstar», ha detto. «Se fosse successo dieci anni dopo, forse la mia carriera avrebbe preso una direzione diversa».

Nonostante il successo, non ha mai dimenticato da dove viene. «Anche se viaggio da 35 anni, il mio cuore è rimasto tra le colline di casa», confessa. Nella Casa, racconta, era un po’ il papà di tutti: «Gestivo la spesa, cucinavo, tenevo i conti». Un’esperienza che, a distanza di 25 anni, ricorda ancora con affetto. Lorenzo ha combattuto con un tumore che ha vinto, ma che gli ha lasciato un segno che oggi lo fa vivere con quella marcia in più tipica di chi ha sconfitto un mostro.

Nonostante il tempo, il legame con gli altri concorrenti di quella prima storica edizione è ancora vivo: «Nel 2020 abbiamo creato una chat WhatsApp che è tuttora attiva», racconta. Tra i nomi più cari, quello di Pietro Taricone, scomparso tragicamente nel 2010: «Quando fui eliminato, fu il primo a sentire la mia mancanza. Mi manca, e vorrei potergli mandare un abbraccio, ovunque si trovi».

Oggi Lorenzo Battistello vive a Barcellona, dove si è reinventato dopo alcune prove difficili, tra cui un tumore nel 2018 e il periodo complicato della pandemia. Ha lasciato la gestione diretta dei locali per dedicarsi alla consulenza nel settore della ristorazione: «Aiuto marchi italiani, soprattutto veneti, a crescere in Spagna. Costruiamo insieme menù, eventi, catering. Porto qui la nostra cucina, quella che ho imparato a casa, quella vera».

Il ragazzo di Breganze, insomma, non ha mai smesso di essere ambasciatore del suo territorio, anche lontano dalle telecamere. Oggi la popolarità è diversa, più discreta. Ma quel ragazzo genuino, col sorriso sincero e il grembiule legato in vita, resta nella memoria di chi, nel 2000, scopriva per la prima volta il mondo del reality. E forse proprio per questo, a distanza di un quarto di secolo, Lorenzo Battistello è ancora ricordato con affetto: perché non ha mai smesso di essere se stesso, da Breganze a Barcellona.

di Redazione AltovicentinOnline

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