Reduce dalla prestigiosa mostra milanese, l’artista Denis Benedetti di Caltrano, non è rimasto indifferente a quanto sta accadendo a Gaza ed ha realizzato un’opera davvero bella che rappresenta il trauma che i bambini stanno subendo a Gaza sotto le bombe. Benedetti, ormai lo conosciamo, non riesce a non “sentire” quello che accade intorno a lui e non riesce a godersi il successo riscosso alla mostra, pensando a quanto accade nel mondo: qualcosa che seppur geograficamente distante da noi non può lasciarci indifferenti. Tutt’altro, se hai un briciolo di cuore.
Benedetti, parliamo di cose belle, ne abbiamo bisogno. Com’è stata l’esperienza di Milano?
“Per me è stato un sogno che si avvera, quello di esporre nella capitale italiana dell’innovazione, della moda e dalla comunicazione. Una cittá, che seppur vicina, fino a qualche giorno fa mi sembrava un miraggio.. Invece, eccomi ad esporre a “Muse” nel centro di Milano dal 16 al 27 settembre 2025. Muse non è solo il nome di una mostra, ma anche un concetto che mi è molto caro e che descrive gran parte della vita di un artista, dedicata a idealizzare e rappresentare con l’arte la sua musa.
Cosa ha esposto e come si è preparato?

Com’è cambiata la sua arte negli anni?
La mia arte negli anni si è evoluta, ma la mia musa é sempre stata la stessa. Sono passato dai ritratti a matita, per i quali inizialmente ero negatissimo, all’acquerello, un’arte molto istintiva ma molto tecnica, per poi arrivare ai pennarelli e infine al digitale a mano libera su ipad. Tutto da autodidatta. In questo mio percorso la figura femminile é però sempre stata presente. Ho detto che all’inizio ero negato, per invitare tutti a inseguire i sogni anche se inizialmente sembrano lontani. Infatti é provando, insistendo ed essendo costanti, che essi si realizzano.
Che messaggio vuole lanciare a chi legge questo articolo?
Se pensi di essere negato per il disegno, sappi che lo ero pure io ed oggi mi ritrovo ad esporre in mostre a Roma, Milano, con apparizioni al’itb di Berlino, con quaderni e diari distribuiti in tutta Italia ed istallazioni che segnano un percorso all’interno della provincia di Verona dedicato all’empowerment femminile. Una mia opera é pure appesa alla sede del Consiglio Regionale del Veneto ed un’altra é apparsa pure su un servizio di Studio Aperto di Italia1. Sognavo tutto questo? Forse ci speravo, ma le mie aspettative sono state superate più di una volta. Per questo devo ringraziare ogni persona che mi ha supportato e sostenuto in tutto questo lungo cammino di crescita personale, prima che artistica.
di Redazione AltovicentinOnline
