Entrare al Ristorante Luigi Zolin significa trovarsi davanti a un menu che non si limita a elencare piatti, ma ne dichiara l’anima. Ogni portata nasce da una visione precisa: trasformare la semplicità contadina in cultura gastronomica, nel solco della migliore tradizione veneta.

Dietro ai fornelli c’è Giuseppina Zolin, cuoca autodidatta di rara sensibilità, capace di coniugare rigore tecnico e memoria domestica. La sua mano si riconosce nella purezza dei sapori e nel rispetto dei tempi naturali della cucina. Le materie prime ,  tutte provenienti da aziende  locali e in gran parte Presìdi Slow Food,  coincidono con quelle esposte nella bottega di famiglia: la filiera corta qui non è uno slogan, ma un metodo quotidiano.

La carta si apre con piatti che profumano di casa e di orto: la parmigiana di melanzane, proposta nel periodo estivo, è un omaggio alla tradizione mediterranea, alleggerita da una cottura accurata e da una salsa di pomodoro viva e fragrante. Il Pasticcio di carne bovina con sfoglia fresca racchiude l’equilibrio dei profumi dell’orto e delle carni, rivelando un gusto pieno, rotondo, ma mai opulento.

Tra i primi, spiccano gli gnocchi di patate fatti a mano con pestat, espressione di una cucina che celebra il gesto artigiano e la materia prima nella sua essenza. Ogni impasto è lavorato con farine biologiche macinate a pietra, per un risultato di straordinaria leggerezza e fragranza.

La tradizione vicentina trova il suo apice nei secondi: il Baccalà alla vicentina, realizzato con Stoccafisso IGP delle Isole Lofoten, viene servito con polenta biologica del Mulino Marino, in un connubio di storia e territorio eseguito con rispetto e precisione filologica.

A fianco, il pollo nostrano cotto in tecia al pestat, allevato a terra e cucinato “alla vecchia maniera”, restituisce quella lentezza di cottura che rende la carne tenera e profumata, accompagnata da patate al forno che sanno di casa. Tra i dolci, la coerenza prosegue. Il Tiramisù, “fatto come una volta”, è un piccolo capolavoro di semplicità e misura; mentre il Tortino di mele con crema pasticcera dal sapore antico riconcilia con la cucina familiare, quella che profuma di forno acceso e zucchero caramellato. Nella proposta giornaliera trovano spazio piatti stagionali che seguono il ritmo della campagna: Tagliatelle al tartufo nero al burro, Tortelli freschi con baccalà e zucca mantovana, Faraona disossata ai funghi porcini, fino alle insalate di mare tiepide e alle insalate di frutta fresca preparate al momento. Un equilibrio costante tra territorio e leggerezza, tra la profondità dei sapori e la chiarezza dell’impiatto. Ogni piatto è il risultato di una filosofia: non stupire, ma convincere con la verità degli ingredienti.

È una cucina che non alza la voce, ma parla con l’autorevolezza della tradizione. In un tempo di mode passeggere e tecniche urlate, il menu di Luigi Zolin si impone come un atto di fedeltà alla terra veneta e ai suoi valori più autentici. Nel centro storico di Sandrigo, dove il tempo sembra ancora scorrere al ritmo delle stagioni e del lavoro artigiano, questo ristorante racconta la bellezza della semplicità. Nato nel settembre del 2010, in un antico negozio di ferramenta ricavato in un palazzetto di fine Settecento, Luigi Zolin e la sorella Giuseppina hanno trasformato lo spazio in un luogo dove memoria e gusto convivono.

La saletta da 45 coperti custodisce un’atmosfera intima, quasi domestica, ma l’impianto gastronomico è di grande rigore. Tutto parte da una selezione meticolosa delle materie prime: farine biologiche, uova fresche del territorio, verdure di stagione, olio extravergine artigianale, carni allevate a terra. In collaborazione con Slow Food, Luigi e Giuseppina hanno intrapreso un percorso di scoperta dei migliori produttori locali, trasformando ogni ricetta in un gesto di tutela del territorio. Sedersi da Luigi Zolin significa riscoprire il valore dell’essenzialità: il gusto non nasce dall’eccesso, ma dal rispetto. 

Valentina Ruzza

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