Livello altissimo nelle finali dell’ultima giornata della seconda tappa della World Cup di nuoto in vasca corta a Westmont nel cuore dell’Illinois (Stati Uniti). Nello spettacolo esercitano il ruolo da protagonisti anche gli azzurri in decisa crescita rispetto alla tappa di Carmel. Cresce notevolmente la forma di Thomas Ceccon, secondo nei 100 dorso, in cui è campione olimpico e primatista iridato in vasca lunga, arrivando a un centesimo dal personale e a cinque decimi dal record italiano di Simone Mora del 2024. Gara di alto profilo quella del campione azzurro e 24enne di Schio – tesserato per Fiamme Oro e Leosport, allenato al centro federale di Verona da Alberto Burlina – che nuota un super 49″60, dove paga un leggero terzo venticinque meno fluido in 12″81 ma poi l’accelerazione dell’ultimo venticinque in 12″64 è impressionante. Vince, ma era ampiamente previsto, l’ungherese e leader di Coppa Hubert Kos in 48″78.
In apertura di serata un bravo Alberto Razzetti è quarto nei 400 misti, vinti dallo statunitense Shaine Casas in 3’57″41, unico a scendere sotto a i 5’58 in serata. Il 26enne di Lavagna e primatista italiano (3’57″01) – tesserato per Fiamme Gialle e Genova Nuoto My Sport, allenato al Centro Federale di Livorno da Stefano Franceschi – chiude in 4’04″53 con il solito deficit nella frazione a dorso. Cresce ancora Simone Stefanì che, seppur fuori dal podio nei 50 farfalla, abbassa ulteriormente il primato personale dopo averlo portato da 22″66 a 22″63 in batteria). Il 24enne salentino di Maglie, specialista della vasca corta – tesserato per Fiamme Oro e Time Limit – chiude con un bel 22″43 che lo proietta al quinto posto tra i performer italiani. Domina la finale il fenomeno canadese Ilya Kharun in 21″69. Lo show lo regalano però i 200 dorso più veloci della storia. L’aussie Kaylee McKeown – campionessa olimpica e del mondo in lunga – si conferma fenomeno assoluto e li vince con il record in 1’57″87 – prima donna a rompere il muro dell’1’58 – e cancella l’1’58″04 siglato per il titolo iridato da Budapest 2024 dalla statunitense Regan Smith che va veloce, scende anch’essa sotto il vecchio primato, ma l’1’57″91 rimarrà solo record americano.
Al calar del sipario va in scena la finale da standing ovation con la statunitense Kate Douglass che sale in cattedra nei 100 stile libero ed esalta il pubblico di casa con un favoloso record del mondo, dimostrando soprattutto una superiorità verso la concorrenza mai vista. La 24enne di New York – oro olimpico ma nei 200 rana – vola in 50″19 e depenna il 50″25 dell’aussie Cate Campbell. Il podio è regale, perché l’australiana Mollie O’Callaghan, ieri da record nella doppia distanza, è seconda in 51″44. Nella gara regina era presente anche Sara Curtis che brilla in un contesto altissimo, ritoccando il suo primato personale. La 19enne di Savigliano ma trasferitasi alla Virginia University – tesserata per Esercito e CS Roero, allenata da Thomas Maggiora – chiude in 52″33, che cancella il 52″37 siglato nel 2024 a Riccione, e si avvicina al record italiano di 52″10 nuotato da Federica Pellegrini in Coppa Brema.
