RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Ieri è stato un giorno che difficilmente dimenticheremo.
Per la città di Thiene, e non solo, vedere il negozio di giocattoli Munari avvolto dalle fiamme è stato come assistere a un pezzo della nostra storia che bruciava davanti agli occhi. Una scena surreale, dolorosa, quasi impossibile da credere.
Tutti, in un modo o nell’altro, conosciamo quella famiglia. E ancora di più, tutti siamo cresciuti noi, le nostre figlie , i nostri fratelli, con i giocattoli di Munari.
Munari non è mai stato “solo” un negozio. Era, ed è, un piccolo mondo magico.
Ricordo quando stava ancora in centro: tra le vie strette, con il pavimento che scricchiolava e quella luce calda che ti accoglieva appena entravi. Bastava spingere la porta e subito il tempo sembrava rallentare. C’erano colori, profumi, oggetti che raccontavano storie.
Per noi bambini era come varcare la soglia di un sogno, e per gli adulti era un rifugio gentile, un luogo dove ritrovare per un attimo la leggerezza dell’infanzia.
Poi, quando la famiglia Munari ha deciso di aprire il nuovo spazio, più grande, più moderno, è stata una vera gioia per tutti.
Era un passo avanti, ma senza perdere quell’anima fatta di cura, gentilezza e passione. Ogni angolo trasmetteva amore per il bello, per la famiglia, per i bambini. E, diciamolo, chi di noi non ha mai detto: “Aspetta, provo da Munari, lì trovo sicuramente quello che cerco”?
Perché da Munari si trovava sempre qualcosa, anche quando non si sapeva bene cosa cercare. Si trovava un sorriso, un consiglio, un’idea, un ricordo.
Per questo ieri è stato così difficile guardare quelle immagini.
Non era solo un edificio che prendeva fuoco. Era una parte della nostra memoria collettiva, un simbolo del crescere insieme, del passare delle generazioni.
E penso soprattutto ai bambini: a quelli che, fino a ieri, dicevano “oggi mi porti da Munari?” con gli occhi che brillavano.
Perché Munari era un posto dove ogni desiderio sembrava possibile. E non serviva comprare per essere felici: bastava guardare, toccare, sognare.
Chiunque abbia portato un bambino lì lo sa: dentro quel negozio regnava una calma speciale. Nessuno piangeva, nessuno faceva capricci. I piccoli sapevano che era un privilegio esserci, e che il tempo passato tra quegli scaffali era troppo prezioso per sprecarlo con un capriccio.
Munari era una porta aperta sull’immaginazione. Era il sorriso dei titolari, la gentilezza dei dipendenti, la cura dei dettagli. Era, semplicemente, un pezzo del cuore di Thiene.
Oggi proviamo tutti un senso di vuoto.
Ma dentro quel vuoto ci sono anche la gratitudine, i ricordi, e la speranza.
Perché anche se è troppo presto per parlare di ricostruzione, sappiamo che l’affetto di una comunità può fare tanto.
Noi cittadini grandi e piccoli, clienti e amici siamo qui. E sogniamo di rivedere presto quelle luci accendersi di nuovo, di sentire ancora quella sensazione familiare di casa, di infanzia, di sogno.
A chi lavora da Munari, ai titolari, a chi ha costruito con dedizione e passione quel mondo che ha fatto crescere generazioni di bambini: vi mandiamo un abbraccio grande, sincero, riconoscente.
Ognuno di noi, a modo suo, è con voi.
E se servirà una mano per ripartire, Thiene ci sarà. Perché Munari non è solo vostro: è di tutti noi, che lì abbiamo lasciato un pezzo della nostra infanzia e del nostro cuore.
Con affetto profondo,
Alaeddine Kaabouri
Un cittadino qualsiasi
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