Un video che doveva essere d’impatto e innovativo si è trasformato in un boomerang comunicativo. “Dopo Zaia, scrivi Zaia” è il titolo del filmato con cui Luca Zaia, presidente uscente della Regione Veneto, ha annunciato la sua candidatura come capolista in tutte le province. Il video, realizzato con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, mostra il governatore mentre passeggia tra le calli di Venezia accompagnato da un cucciolo di leone alato – simbolo di San Marco – sulle note di una versione adattata in dialetto veneto della hit Roma-Bangkok di Baby K.
L’intento era chiaro: unire tradizione e innovazione, con un messaggio di continuità e orgoglio veneto. Ma l’effetto finale non ha convinto il pubblico. In poche ore, i social si sono riempiti di commenti critici, soprattutto per la scelta di utilizzare l’IA al posto di professionisti locali. “No con l’IA presidente, ci sono tanti bravissimi grafici veneti che potrebbero fare un video mille volte migliore di questo”, scrive un utente su X.
Tra le voci più note, anche quella dell’attore padovano Andrea Pennacchi, che ironizza: “Luca, te prego anca ti co l’AI no…”.
Il video ha riaperto il dibattito sull’uso dell’intelligenza artificiale nella comunicazione politica: innovazione o scorciatoia? Una domanda che tocca un nervo scoperto, soprattutto in una regione che fa della creatività artigianale e del talento locale uno dei suoi punti di forza.
Zaia, per ora, non ha replicato alle critiche. Ma la polemica, almeno in termini di visibilità, ha già fatto centro.
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