Il caso riapre una discussione che riguarda non solo il settore cartotecnico, ma il modello di lavoro che il Paese intende promuovere nei prossimi anni.
Dieci minuti di pausa in turni lavorativi da otto ore. È questo il nodo su cui interviene con forza Edoardo Vajente, candidato nella lista Uniti per Manildo Presidente, che sceglie di portare all’attenzione pubblica una questione che, secondo lui, non può più essere ignorata nel settore cartotecnico. E chissà in quanti altri settori accade, ma non si sa per il silenzio di chi subisce.
Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del comparto prevede infatti un’unica pausa di dieci minuti, una previsione che – in un settore caratterizzato da mansioni fisicamente impegnative, movimentazione di pesi, attività ripetitive e utilizzo continuativo di macchinari, appare sempre più inadeguata.
Una pausa così limitata, denuncia Vajente, non permette ai lavoratori di recuperare energie, idratarsi, ristabilire la concentrazione o garantire gli standard di sicurezza necessari. “È inaccettabile – afferma – che in un’industria ad alta intensità fisica e mentale, la pausa obbligatoria si riduca a un tempo insufficiente persino per recuperare energia minima, idratarsi o semplicemente ripristinare l’attenzione necessaria a garantire sicurezza e qualità operativa”.
Secondo Vajente, gli effetti di questa normativa si traducono quotidianamente in: maggiore affaticamento fisico, calo dell’attenzione e dei tempi di reazione, aumento del rischio di infortuni e peggioramento del benessere generale dei lavoratori. Una condizione che, a suo avviso, richiede una revisione urgente dei meccanismi contrattuali. Per questo lancia un appello a istituzioni, sindacati, Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza e a tutti gli attori del settore, affinché la questione venga affrontata in modo concreto e tempestivo. L’obiettivo è ripensare la disciplina delle pause in chiave più umana e funzionale, rispondendo alle necessità reali di chi opera ogni giorno in un comparto produttivo strategico ma spesso poco raccontato.
“Basta pause simboliche. Servono pause reali, utili e rispettose della dignità del lavoro”, conclude il candidato. Il tema delle pause nel lavoro torna così al centro del dibattito pubblico. In un’epoca in cui la produttività è spesso posta come priorità assoluta, la denuncia invita a una riflessione più ampia: è possibile coniugare efficienza e tutela della salute? E quale prezzo si è disposti a far pagare ai lavoratori per mantenere certi ritmi produttivi?
Il caso sollevato da Vajente riapre una discussione che riguarda non solo il settore cartotecnico, ma il modello di lavoro che il Paese intende promuovere nei prossimi anni.
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