Un gruppo di amici, tre minorenni e due 18enni, alcuni compagni di scuola, provenienti da quartieri ‘bene’ di Monza, soliti a girare con vestiti griffati, cellulari ultimo modello e coltelli. Le famiglie? “Normali”, alcune persino benestanti, i genitori sono impiegati, commercianti, un bancario… niente a che vedere con i ‘maranza’, insomma. Eppure sono questi i ‘profili’ dei cinque criminali che la notte del 12 ottobre scorso hanno prima preso di mira, poi derubato di 50 euro e aggredito brutalmente uno studente universitario di 22 anni, lasciato poi in fin di vita in una pozza di sangue, sotto i portici. All’arrivo dei soccorritori, il ragazzo aveva un polmone collassato e una lesione spinale. In ospedale, i medici hanno detto che, se avesse tardato di poco, sarebbe sicuramente morto.

L’ARRESTO A OLTRE UN MESE DALL’AGGRESSIONE

A distanza di oltre un mese. nella giornata di ieri, martedì 18 novembre, su disposizione del gip di Milano e di quello per i minori, gli aggressori sono stati tutti e 5 arrestati per tentato omicidio pluriaggravato e rapina pluriaggravata. Mentre la vittima è ancora ricoverata in ospedale e, dopo diversi interventi salvavita e il coma, si è svegliata con grossi buchi di memoria, inconsapevole di quello che gli era successo. Non solo: le ferite gli hanno causato danni che potrebbero essere permanenti e non recuperabili.

“MAGARI QUEL C.. È ANCORA IN COMA”: LE FRASI CHOC

Quei cinque ragazzini- tre di 17 anni e due appena maggiorenni- sono stati tutti identificati, alla fine di un mese di indagini per cui ci si è avvalsi dei video delle telecamere di sorveglianza, di testimonianze di chi a quell’aggressione ha assistito, e delle intercettazioni dei membri del gruppo criminale successivamente all’aggressione. Quello che scandalizza è proprio il tenore dei discorsi che i cinque si sono scambiati nel Commissariato Garibaldi-Venezia, pochi minuti prima di rendere verbale di interrogatorio. Frasi choc riportante nell’ordinanza dei gip.

“Io sono quello fottuto”, ha detto uno dei due 18enni, quello ripreso dalle telecamere mentre colpiva due volte con il coltello il 22 enne. Gli agenti che hanno intercettato gli scambi dei giovani hanno registrato che l’altro 18enne, che avrebbe avuto il ruolo di ‘palo’ durante il pestaggio, si mostrava tranquillo, come se non avesse avuto responsabilità. “È in fin di vita, così almeno non parla”, un’altra battuta riportata nelle trascrizioni depositate dal pm Andrea Zanoncelli. “Magari quel co…e è ancora in coma” e ancora “Ma speriamo bro’, almeno non parla. Te hai capito, io gli stacco tutti i cavi”, sono le esternazioni fatte poco prima di venire interrogati, riportate dai Gip nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere dei 2 maggiorenni. E poi “Non so se si vede il video dove lo scanniamo”, dice uno degli arrestati. “Voglio vedere se ho picchiato forte”, segue a ruota un altro, con soddisfazione. Uno dei cinque avrebbe persino espresso la “propria volontà di pubblicare il verbale di perquisizione subita” sui social network per vantarsi. Quello che i giudici evidenziano infatti nell’ordinanza è una “sorta di compiacimento per la propria azione violenta”.

“IL 7° NON L’HANNO ANCORA SCOPERTO”, IL COMMENTO BEFFARDO AL POST DI SILVIA SARDONE

Il senso di impunità e l’arroganza ha spinto uno dei cinque persino a commentare, quasi vantandosi, un post sui social dell’eurodeputata e consigliere comunale di Milano Silvia Sardone. “Uno dei responsabili di questa aggressione- scrive lei stessa oggi- ha commentato un mio video su Tiktok in cui segnalavo, durante un intervento in consiglio comunale, la gravissima situazione di insicurezza a Milano e i 6 accoltellamenti di fine ottobre in città. Questo delinquente scriveva infatti: ‘il 7 non l’hanno scoperto ancora’ alludendo all’accoltellamento (il settimo) a cui aveva partecipato. Per fortuna gli inquirenti li hanno individuati ma questi risvolti colpiscono, sia per l’arroganza sia per l’incapacità di comprendere la gravità di quanto accaduto”.

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