Alle Regionali in Veneto si registra un vero tonfo della partecipazione: alle 23 di domenica 23 novembre ha votato il 33,9% degli aventi diritto, oltre dodici punti in meno rispetto al 2020. Un calo senza precedenti nella regione, che pure resta ,  tra le tre al voto , quella con l’affluenza più alta, ma anche quella con la flessione più marcata. Interessante l’analisi di questa mattina sul noto quotidiano Il Mattino che analizza l’urna.

A spiegare il fenomeno, in particolare,  è Martina Carone, analista di YouTrend, secondo cui «le aspettative erano decisamente più alte», anche se il dato parziale potrebbe cambiare con la seconda giornata di voto. La ricercatrice ricorda però che la vera eccezione, più che quest’anno, fu la tornata del 2020: si votava in contemporanea per molte amministrazioni locali e per il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari, elementi che contribuirono ad attirare elettori ai seggi.

A questo si era aggiunto l’effetto pandemia: i governatori uscenti, da Zaia a De Luca, furono riconfermati con percentuali record grazie al classico “rally ’round the flag effect”, che in Veneto premiò Luca Zaia con un consenso di oltre il 76%.

Oggi, in un contesto meno mobilitante e con una competizione percepita come poco incerta, la partecipazione torna a scendere. Resta aperta la possibilità di recuperare: i seggi saranno aperti fino alle 15, ma il trend sembra difficile da invertire.

foto generica di un’urna elettorale

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia