RICEVIAMO e PUBBLICHIAMO. Noi a Schio c’eravamo, giovedì scorso. E abbiamo visto ciò che è avvenuto. Ci eravamo ritrovati in piazza perché chiamati dall’ANPI, che aveva promosso un presidio “democratico, civile e pacifico”comunicandolo al Questore.
Ci siamo andati per esprimere il nostro dissenso e la nostra protesta nei confronti di una manifestazione provocatoria di Forza Nuova, gruppo neofascista responsabile di violenza contro singoli e organizzazioni. L’azione più nota in anni recenti è l’assalto alla sede nazionale della CGIL nell’ottobre del 2021: per quell’atto squadristico i responsabili sono stati condannati in un regolare processo.
Riteniamo che niente abbiano a che fare e nessun contributo possano portare “passeggiate” (somiglianti a quelle che in altri momenti chiamavano “ronde”) che scelgono di partire da una piazza notoriamente plurale e multietnica, organizzate da un gruppo xenofobo e razzista; e che nessun contributo quella presenza possa portare alla soluzione dei disagi che pure esistono in una città comunque sicura e pacifica.
E’ chiaro l’intento provocatorio delle sfilate di Forza Nuova nei confronti della città di Schio, medaglia d’argento al valor militare per il contributo fornito e le sofferenze subite nel corso della guerra di Liberazione; per questo non comprendiamo il distacco con cui la Sindaca della città guarda alla presenza neofascista, quasi fosse normale, e la sua equidistanza tra fascisti e antifascisti. Ancor meno comprendiamo le minacce agli e alle antifascisti e il silenzio assoluto sulla presenza fascista.
Noi, che abbiamo rispettato le prescrizioni della Questura, ci siamo adoperati perché tutte e tutti coloro che erano in piazza facessero altrettanto e abbiamo invitato, purtroppo inascoltati, ad evitare qualsiasi azione che potesse portare ad una reazione della polizia, siamo rimasti impressionati dallo spiegamento di forze dell’ordine e molto colpiti dalla reazione aggressiva e inspiegabile del cordone schierato in via Capitano Sella, che ha caricato i manifestanti che fino a quel momento si erano spinti in avanti dietro uno striscione senza assumere comportamenti ostili, procedendo in modo pacifico.
Certo, costoro non hanno rispettato le prescrizioni della Questura. Noi che, ribadiamo, a quelle prescrizioni ci siamo attenuti, desideriamo evidenziare la reazione esagerata e violenta del reparto mobile e ci chiediamo: chi e perché ha dato l’ordine di sferrare l’attacco? E’ innegabile, infatti, che da lì sono nati anche gli scontri successivi.
Esprimiamo solidarietà alle e ai manifestanti colpiti, in particolare a quelli curati in pronto soccorso, e agli agenti contusi in quei momenti di tensione. Ci preoccupa che ragazze e ragazzi che si stanno avvicinando oggi all’impegno, nelle forme e nei modi tipici dei giovani che contestano, debbano trovarsi davanti i manganelli e subirne le conseguenze. Se ci sono stati comportamenti violenti nei confronti della polizia da parte di qualche manifestante, come ha detto il Questore, questi vanno condannati senza mezzi termini. Ciò non toglie però che a provocare le tensioni dopo una prima parte di manifestazione assolutamente tranquilla e pacifica siano state le prime cariche, ingiustificate, della polizia sui manifestanti, come evidenziato da più video e dalle testimonianze di abitanti della via nella quale si sono svolti i primi scontri.
Non vorremmo che quanto avvenuto giovedì sera rientri nella “dottrina Piantedosi” in materia di sicurezza: sappiamo che il Ministro tende a far prevalere l’atteggiamento muscolare (testosteronico direbbe qualcuno/a) che prevede pesanti interventi repressivi delle forze dell’ordine nei confronti di coloro che contestano scelte e provvedimenti del Governo e libertà di movimento per fascisti e neofascisti nelle piazze delle nostre città. Repressione anziché prevenzione, come abbiamo visto a Bologna poche settimane fa.
Ciò deve comportare però, a maggior ragione, la massima attenzione a non prestare il fianco in nessun modo e ad impegnarsi per evitare la sia pur minima tensione. Per questo rivolgiamo un appello alle giovani e ai giovani che si recano in piazza per manifestare la loro volontà di cambiare lo stato presente delle cose: non pieghiamoci alla logica dell’azione e reazione uguale e contraria e dello scontro. Oggi più che mai bisogna assumere comportamenti pacifici e non violenti. La violenza è di chi ha il potere nelle mani e non lo vuole abbandonare, fino a pensare alla guerra come via per la soluzione dei conflitti tra nazioni. Agendo così in modo esattamente contrario a quello indicato dalla nostra Costituzione.
Rivolgiamo allo stesso tempo un vigoroso appello alle “autorità preposte” all’ordine pubblico, Prefetto e Questore, ai quali si era rivolta con una lettera l’ANPI, chiedendo che venisse evitata l’offesa alla città di Schio, non consentendo ai neofascisti di Forza Nuova di sfilare per le vie della città di Schio e contestiamo la scelta di averli fatti percorre le vie del centro scortati da forze dell’ordine e polizia locale. Anche questa una ferita inferta alla città che si poteva e doveva evitare.
Alla sig.ra Sindaca diciamo:
- Abbia rispetto per la città che amministra pro-tempore e per la sua storia, nella quale le lotte operaie e la Resistenza hanno rappresentato momenti di crescita umana, morale, civile e posto le basi per la stessa crescita economica;
- Condanni esplicitamente le incursioni fasciste di giovedì scorso e quelle che si ripetono ogni anno in occasione dell’anniversario dell’Eccidio del 7 luglio 1945;
- Non assuma posizioni ipocritamente “equidistanti” e si documenti su chi sono e cosa rappresentano nella storia del neofascismo italiano i gruppi che vengono a manifestare a Schio: peggio, non attacchi in modo virulento gli antifascisti dimenticando la presenza dei fascisti.
Da parte nostra ci impegniamo ad operare, come singoli e nelle nostre organizzazioni, perché prevalgano confronto civile e dialogo, con una discriminante, però, che in nessun caso può essere abbandonata o elusa: quella antifascista, scritta nella Costituzione, il frutto più prezioso della Resistenza, che noi amiamo e vogliamo vedere applicata.
Danilo Andriollo
Giorgio Dalle Molle
Giulia Miglioranza
Carlo Cunegato
Cristina Purgato
Paolo Bevilacqua
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