“Nelle scuole dove vado incontro ragazzi che pensano alle Forze Armate, hanno le giuste motivazioni, le domande non sono in flessione e io non vedo un quadro drammatico”. Il Tenente Colonnello Gianfranco Paglia, Medaglia d’Oro al Valor Militare e consigliere del ministro della Difesa, intervistato dalla Dire, commenta le motivazioni e lo spirito delle migliaia di giovani che incontra in tutta Italia, non solo in circostanze legate alla Difesa, ma anche in iniziative sociali di sensibilizzazione in cui porta la sua testimonianza di vita. “Sono un’idealista” ribadisce e, d’altro canto, tiene a ricordare, indossare l’uniforme non è un mestiere come un altro: “Non siamo un ufficio di collocamento. Indossare l’uniforme significa sacrificio, onorare un giuramento con amor di Patria e non sono cose che trovi tutti i giorni. A volte c’è chi si approccia alle Forze Armate pensando che sia semplice”.
“LE NOSTRE SONO MISSIONI DI PACE”
“La leva volontaria permetterebbe di avere personale formato e di sgravare il personale in servizio, dando un supporto ai soldati. Il meccanismo- spiega Paglia- è quello già attivo della riserva selezionata con una maggiore estensione, prevedendo dei richiami dagli 8 ai 10 mesi. È semplicemente un sistema ampliato. Siamo all’inizio, se ne sta discutendo, è una proposta tutta italiana, il ministro Crosetto ne parla da 3 anni, e non è un decreto: dovrà poi fare il dovuto iter parlamentare alla Camera e al Senato. Dispiace questo stupore- commenta ancora- e che non se ne possa parlare addirittura. Stiamo parlando a livello teorico, di un concetto ‘nuovo’, di un modo tempestivo per dare alla Difesa personale qualificato, ad esempio su informatica e cyber e mi ha infastidito che si spari a zero su una proposta. Il ministro- entra ancor più nel merito Paglia- ha già specificato che questo personale non andrà in missione all’estero. E qualcuno ancora dice che mandiamo i ragazzi in guerra, lo sanno tutti che l’Italia ripudia la guerra, le nostre sono missioni di pace e facciamo parte di organizzazioni internazionali. Noi non amiamo la guerra, questa è un’informazione sbagliata e i primi pacifisti siamo noi perchè ci rimettiamo la vita. Questo si dovrebbe spiegare”.
“PERÒ QUANDO I SOLDATI VANNO A PULIRE IL FANGO DELL’ALLUVIONE VA BENE”
Lo ripete spesso Paglia che questo doppio binario di alcune parti politiche sulle Forze Armate non va bene: la critica e l’allarme sul rischio di militarizzare la società e poi però “quando le Forze Armate servono, per le strade, per pulire, nelle calamità o per le emergenze sanitarie, allora le chiamiamo”. E quindi viene facile commentare i fatti dell’università di Bologna: “Sono convinto che gli studenti non la pensano allo stesso modo, una buona parte no. È sempre esistito che i nostri soldati vadano nelle altre università, peraltro non andavano a portare discipline militari, ma a studiare le materie di tutti. E’ tutto un altro film quello raccontato ed è stato strumentale e ridicolo”.
“A noi non interessa il governo che è in carica, ma è giusto- conclude Paglia- che il governo ti metta nelle condizioni di farlo al meglio dandoti tutti gli strumenti per lavorare in sicurezza”. E non si può non pensare alla morte dei carabinieri nell’esplosione di Castel D’Azzano e alle parole di cordoglio lette ovunque: allora viene da dire, “quanta ipocrisia”.
Stampa questa notizia




