C’è un momento, nelle cucine degli istituti alberghieri, in cui il talento smette di essere solo una promessa e diventa un gesto concreto, preciso, sorprendente. Per Giovanni Mercante, studente di San Vito di Leguzzano, quel momento è arrivato davanti ai giudici del concorso “Miglior allievo di cucina del Veneto”, quando ha osato ciò che solo i giovani chef coraggiosi tentano davvero: unire il mare alla cremosità del gelato in una versione salata, elegante e identitaria. Il concorso, organizzato dall’Unione Cuochi del Veneto e ospitato all’Istituto Giuseppe Medici di Legnago, non è una semplice sfida scolastica ma un banco di prova che chiama all’appello creatività, tecnica, sangue freddo. Giovanni, studente del quarto anno dell’indirizzo alberghiero dell’Istituto professionale San Gaetano di Vicenza, ha messo insieme tutto questo in uno “starter” che ha convinto la giuria al primo assaggio: pesce lavorato con precisione, un gelato salato capace di dialogare con le note della materia prima, e l’utilizzo intelligente di un prodotto tipico del territorio, a ricordare che l’innovazione funziona davvero solo quando sa dove affondano le sue radici. Il suo piatto non era solo un esercizio di stile, ma un racconto: la freschezza del mare, la delicatezza di una crema gelata pensata non per stupire ma per equilibrare, e quella cifra di identità vicentina che ha trasformato un’idea in un titolo. Un titolo importante. Perché con questa vittoria, Giovanni Mercante non solo porta a casa il successo provinciale, ma diventa il volto che rappresenterà il Veneto alla prossima tappa interregionale in programma a Longarone. Da lì, per chi supera l’esame, si aprono le porte della finale nazionale di Rimini, prevista per febbraio 2026, nell’ambito dei Campionati della Cucina Italiana: il palcoscenico più ambito per chi sogna di trasformare la cucina in professione. Per il giovane sanvitese è l’inizio di un percorso che profuma di futuro. Per la scuola, per il territorio e per l’intera comunità vicentina, è la conferma che i talenti non nascono per caso: si accendono nei laboratori, crescono con l’impegno quotidiano e si rivelano quando qualcuno decide di crederci davvero. E Giovanni, a quanto pare, ci ha creduto fino in fondo.
V.R.
Stampa questa notizia




