L’autonomia differenziata “nell’armadio non c’è mai andata, perché non c’è solo l’autonomia differenziata: stiamo facendo anche la riforma di tre statuti speciali, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Sicilia. E poi c’è anche l’autonomia differenziata, approvata e pubblicata in Gazzetta nel 2024, con quattro Regioni – Lombardia, Veneto, Piemonte e Liguria – che hanno chiesto di attivare i negoziati, che sono durati un anno e abbiamo individuato quattro materie”. Lo ha detto il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli intervenendo ad Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia in corso fino a domani a Castel Sant’Angelo, a Roma. Secondo Calderoli il Sud non deve temere la riforma “perché il Sud, e in particolare il Centro, l’autonomia differenziata la volevano, perché l’hanno richiesta 14 Regioni ordinarie su 15. Questo è durato fino al febbraio 2023, con Bonaccini che era in prima fila ed era più autonomista di Zaia. Appena c’è stato il congresso che ha eletto Schlein a segretaria, quattro governatori di centrosinistra hanno ricevuto una telefonata in cui gli è stato ordinato di essere contrari all’autonomia. Lo slogan che è passato è che l’autonomia spacca l’Italia, invece l’autonomia è responsabilizzazione”.
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