Le donne hanno un unico difetto, a volte si dimenticano quanto valgono, diceva un anonimo saggio, ma il motto lo ha tenuto bene in mente Francesca Carollo, 43 anni, thienese, che ha dovuto fare un lungo percorso  di studio e di esperienza giornalistica, prima di approdare a programmi di prima serata delle reti Mediaset come Quarto Grado e Dritto e Rovescio. E’ anche una firma del quotidiano Libero, scrittrice e impegnata nel sociale. Una donna che ha conquistato il successo grazie ad un mix di competenze (laurea in giurispudenza),  voglia di raggiungere l’obiettivo e soprattutto a quella gavetta, che l’ha portata in giro a seguire sfilate di moda, quando era una giornalista di “Tv Moda”.

Umile e versatile, per i suoi amici è rimasta ‘Chicca’, una ragazza semplice, che nonostante gli impegni, è sempre disponibile. Sempre pronta a tendere la mano a chi è in difficoltà animata dal battito del grande cuore, che chi entra in contatto con lei, percepisce subito. Dalla moda è passata alla cronaca nera, quella vera, autentica, che si ‘caccia’ sulla strada e non dietro ad un pc. Quella ricostruita sui luoghi dei fatti , con le testimonianze e non con i comunicati stampa. Due mondi opposti del giornalismo, che fanno comprendere il talento di chi è riuscito ad affermarsi con il sacrificio, che rende orgogliose noi donne, erroneamente definite fino a qualche anno fa,  ‘ il sesso debole’.

Possiamo dire che non ti sei posta limiti e così giovane hai già un curriculum molto nutrito. Qual è la ricetta magica di Francesca Carollo ?

Si tratta di un insieme di ingredienti, che sono tutt’altro che magici: una grande disciplina, una determinazione costante e totale, l’aver chiari gli obiettivi che volevo raggiungere e lavoro, lavoro, lavoro. Dopo essermi laureata ho fatto tanti anni di gavetta, sempre con grande umiltà, cercando di studiare chi era più bravo di me e catturarne le caratteristiche positive, i trucchi del mestiere.  Poi ho avuto un grande vantaggio: la mia famiglia ha sempre creduto in me, mi ha sempre dato la sensazione che potevo farcela.

Parlaci del tuo impegno sociale…

L’impegno sociale è arrivato dopo, quando ho capito che dovevo rendere alla società la fortuna che ho avuto. Con gli anni ho acquisito autorevolezza, ecco perché per me è un dovere e un onore portare avanti cause  che aiutino gli altri, come le donne vittime di violenza, alle quali dedico l’impegno con la Onlus di cui sono Presidente, Wall of Dolls, assieme alla mia amica Jo Squillo e alla bravissima Giusy Versace.

È davvero un mondo declinato al maschile? Quanto deve lottare una donna per ricoprire un ruolo di primo piano?

Non sono io a dirlo, bensì le statistiche. Gli uomini ricoprono ruoli più apicali, guadagnano di più, a parità di incarico, sono più ascoltati e se si deve fare una scelta per chi assumere, molto spesso tra uomo e donna viene scelto un uomo, per una serie di ragioni ormai obsolete. La battaglia che le donne combattono ogni giorno è titanica, nel quotidiano, nel lavoro, per mandare avanti la famiglia. Ad esempio credo che le mamme siano delle vere eroine, quantomai in questo momento così drammatico del mondo, donne che spesso lavorano e allo stesso tempi si occupano dei figli, sempre col sorriso. Ecco perché mi schiero sempre dalla parte delle donne che poi in realtà sono le più brave, sopportano carichi durissimi e mandano avanti le famiglie, spesso senza un’adeguata retribuzione. Noi donne dobbiamo combattere di più, sfido chiunque a dimostrare il contrario, io stessa ho subito pregiudizi, ho dovuto dimostrare il doppio, ma ho sempre tirato dritto per la mia strada. La volontà è l’arma migliore.

A una giovanissima che vorrebbe seguire la tua strada che consigli daresti?

Di avere ben chiaro cosa vogliano fare. Quando mi dicono “vorrei lavorare in televisione“ sorrido…Cosa vuol dire? In tv si può fare la giornalista, la produttrice, la velina, l’attrice, la regista, la cameramen, l’opininista, la truccatrice, la stylist, il marketing, la comunicazione e tanti altri lavori ancora. Solo con un vero obiettivo si può ottenere qualcosa.

P.d.f.

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