Il futuro che attende la strada della Vena che collega direttamente Tonezza ai Fiorentini di Lastebasse è stato l’oggetto di discussione della conferenza stampa organizzata ieri dai sindaci di Arsiero Tiziana Occhino e di Tonezza Diego Dalla Via nella sede del municipio di Tonezza.

Un incontro voluto dagli amministratori per fare il punto sullo stato di avanzamento dell’opera, in presenza dei rappresentanti di Ascom del mandamento di Schio e della Provincia di Vicenza, che hanno ribadito l’importanza di far tornare percorribile una importante via di collegamento con gli impianti sciistici del Coston e con l’altipiano dei Fiorentini.

‘Chiudiamo su un passato non sempre facile – ha esordito Dalla Via – sulla storia della strada della Vena, storia travagliata che ha visto anche una frattura tra Arsiero e Tonezza che oggi viene in qualche modo simbolicamente ricucita con la certezza che dopo il primo stralcio dei fondi Odi, ora fondi comuni di confine, verrà progettato e finanziato il completamento dell’opera previsto per il 2019’.

occhino dalla via dic 2018 2

La Provincia ha infatti stanziato per il 2018 altri 300 mila euro (per un totale di 4 milioni di euro complessivi) per riuscire ad aprire la strada già dall’autunno, prima che sia completato il secondo stralcio. ‘Si ricordano i meriti di Lastebasse – ha aggiunto Dalla Via – che per primo ha dato l’innesto a questo processo con la prima annualità dei fondi messa a disposizione. La strada della Vena a lavori ultimati sarà una provinciale a tutti gli effetti che andrà a sostituirsi all’attuale SP64 e che avrà le caratteristiche di una strada importante e molto suggestiva’.

Molto soddisfatto anche l’Ascom che vede il frutto di vent’anni di presenza ai tavoli per portare a casa un risultato chiesto a gran voce dalla popolazione. ‘Ringrazio l’assessore provinciale Marangon – ha detto Occhino – che si è speso per raggiungere l’obbiettivo. Dopo la viabilità concordiamo al tavolo che sarà fondamentale mettere in campo altre strategie e nuove politiche per incentivare il turismo e garantire al tessuto sociale quelle misure di cui necessitano le comunità di montagna per la loro sopravvivenza’.

 

Marta Boriero

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