C’è agitazione nel paese di Arsiero dove da qualche settimana si moltiplicano gli avvistamenti di lupi, da soli e anche in branco. I canidi hanno incominciato a battere il territorio dapprima nelle contrade più isolate e prossime al limitare del bosco per arrivare, negli ultimi giorni, a pochi metri dal centro storico del paese dove, specie alla luce della vicenda di Folgaria con un cane domestico sbranato dal branco, cresce la paura e non si parla ormai che di questo.

Il fuoco della polemica che ne è scaturita tra chi chiede fermezza a costo di interventi radicali che non escluderebbero la soppressione di qualche esemplare e chi ritiene invece serva ponderare misure che non creino stravolgimenti nell’habitat e nella popolazione locale della specie simbolo delle battaglie del WWF dal lontano 1972, si è ancor più rinvigorito dopo il video di un grosso esemplare ripreso nei prati a confine tra Velo D’Astico e Arsiero, non lontano dalle case e dalla SP80.

Nella querelle si è inserita anche l’Amministrazione Comunale con una delibera specifica votata nell’ultimo consiglio comunale, tirata a più riprese per la giacchetta da residenti e imprenditori di piccole attività locali, stanchi e preoccupati per quella che sembra sempre più una convivenza tutt’altro che possibile: “A seguito delle numerose segnalazioni rispetto alla presenza di lupi sul territorio comunale in particolare nelle contrade Valloie, Crosara e Castana” – dichiara il Sindaco Cristina Meneghini – “si è reso necessario da parte dell’Amministrazione Comunale, una presa di coscienza. Molte persone infatti lamentano l’impossibilità di uscire liberamente dalle proprie abitazioni dopo il tramonto in quanto, spesso e volentieri ci si trova di fronte ad un branco formato da 7/8 lupi.Una situazione gravosa che non permette di compiere le normali azioni quotidiane come portare fuori la spazzatura, giocare, uscire con il proprio cane e che comunque non risultava estranea al Consiglio Regionale del Veneto. Quando infatti è giunta la proposta da parte del consigliere Valdegamberi di attivare delle misure in merito al contenimento di questa situazione, si è deciso di integrare l’ordine del giorno previsto per il Consiglio del 23 dicembre 2021 per darne approvazione quanto prima. Una necessità, che si pone l’obbiettivo di salvaguardare la presenza e la vita nelle contrade: se si intende evitare l’abbandono del territorio, è doveroso trovare un giusto equilibrio tra le necessità di salvaguardia del lupo e il restante ecosistema montano”.

Di fatto la delibera approvata ad Arsiero da una maggioranza che ci tiene a tenere però la distanza da strumentalizzazioni nella convinzione che il problema vada affrontato con buon senso e responsabilità, è la prima in Provincia e una delle prime nella Regione, a cui ha fatto seguito con medesimo atto, l’Unione Montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni, e sostiene una Direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992, nota come ‘Direttiva Habitat’, che disciplina il prelievo degli esemplari di canis lupus graduandolo in relazione agli eventi di danno accertati e alla loro reiterazione su un dato territorio.

Ancor più esplicita e netta invece la posizione di Maria Cristina Caretta, deputata di Fratelli d’Italia e componente della XIII Commissione Agricoltura, da sempre vicina al mondo venatorio: “Il problema degli attacchi da parte dei lupi non è più rimandabile e la notizia dell’ultima aggressione, questa volta a Folgaria in provincia di Trento, ne è la conferma più evidente. Un uomo è vivo per miracolo, mentre uno dei suoi cani è stato sbranato dai lupi e questo è solo l’ultimo episodio di una lunga serie di attacchi che si stanno susseguendo con sempre maggiore frequenza. Cosa deve accadere perchè si prendano provvedimenti approvando un piano di monitoraggio e gestione del lupo così come avviene in tutta Europa? Bisogna necessariamente che ci scappi il morto? Ho più volte sollecitato il Governo ad adottare delle misure concrete quanto necessarie ed ho più volte segnalato come la situazione sia ormai fuori controllo, ma fino ad oggi non c’è stata alcuna risposta. Non rispondere e non agire è comunque una decisione, profondamente sbagliata, della quale i responsabili si dovranno prendere le responsabilità, nella malaugurata quanto probabile prossima aggressione da parte di branchi di lupi”.

M.Z.

 

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