C’è voglia di giocarsela a dispetto di ogni pronostico, convinti che anche in una terra a forte trazione leghista, potrebbero esserci delle sorprese. A mostrarsi fiducioso in vista delle prossime elezioni del 25 settembre è Luca Cislaghi, segretario del circolo PD Alto Astico, da poco anche nel direttivo provinciale, che lancia un’appello che sa di mobilitazione: “In una fase delicata del nostro Paese in molti non capiscono come sia possibile aver fatto cadere il Governo. L’inflazione che galoppa, una pandemia mai lasciata alle spalle, una guerra ai confini dell’Europa se non in Europa, i cambiamenti climatici ed il Pnrr, questi i temi che pesano e peseranno sugli italiani. I responsabili sono ben identificabili, Lega, FI e M5S, che non hanno pensato al bene del Paese ma solo agli interessi personali e di partito. Alle urne gli italiani, ne sono convinto, si ricorderanno chi li ha messi in difficoltà. Ora però si apre una partita tutta da giocare, le elezioni: il tema vero è che c’è un ritorno ad un sostanziale bipolarismo e che saremo chiamati a scegliere tra destra e sinistra, tra PD e FdI, populismo e progressismo. La vera sfida per noi è quella di parlare con la gente, casa per casa, nei luoghi di lavoro e nelle piazze, cose che potrebbero essere scontate ma che il centro sinistra negli ultimi anni ha dimenticato a favore dei salotti della Leopolda. La nostra presenza nei territori deve tornare di fondamentale importanza perché il radicamento, lo stare tra la gente ti fa capire i problemi per poi trovare le soluzioni intercettando i bisogni reali”.
E se l’idea principale è qiella di massimizzare la presenza capillare anche nei centri più piccoli, c’è un’altra strada che Cislaghi indica come prioritaria: “Nei nostri territori abbiamo moltissimi amministratori e consiglieri civici e molti guardano con interesse al nostro partito e ci dialogano quindi, l’appello che voglio fare è quello di non nascondersi ora, perché la partita è aperta e perché il rischio di consegnare il Paese nelle mani di chi guarda alla democrazia illiberale e autarchica della Russia come prospettiva è grande. Per non parlare dell’irresponsabilitá con cui si è chiusa l’esperienza di un governo di unità nazionale che stava ottenendo risultati insperati. Il civismo, vicino alla nostra coalizione, in queste settimane di campagna elettorale ha il dovere di prendere una posizione decisa”.
Un invito ad unire i fronti sotto la bandiera dell’affidabilità, requisito più che mai fondamentale quando si tratta di gestire un Comune. Ma non manca la stoccata finale a perorare la causa: “Nella nostra vallata e in Regione abbiamo un forte asse leghista ma solamente di simbolo e mi spiego: lo spopolamento della vallata è un tema di primaria importanza e ne consegue l’invecchiamento della popolazione, la difficoltà delle aziende a reperire personale, la quasi impossibilità di fare commercio di prossimità e la grave mancanza di bambini e ragazzi che mette in serio pericolo l’esistenza stessa della scuola: ha ragione, il sindaco di Valdastico Claudio Sartori, che invita i sindaci a confrontarsi e ad attuare soluzioni assieme. Aspettare la regione non conviene: da Venezia guardano al territorio dell’alto Astico e in generale a tutto l’Alto Vicentino solo come bacino di voti perché nelle ultime sedute regionali ha deciso di stanziare dei fondi europei contro lo spopolamento delle aree montane nel bellunese lasciandoci a bocca asciutta e facendoci perdere un treno fondamentale per il rilancio della vallata.
Credo che su questo gli elettori debbano fare una riflessione: mi chiedo – conclude Cislaghi – come sia possibile che con una maggioranza di sindaci vicini alla Lega non si sia riusciti a portare a casa qualche moneta. E la domanda viene spontanea: quanto contano in nostri paesi così piccoli e divisi? A questa domanda seguono di sicuro risposte che meriterebbero di essere affrontate e che come circolo del PD affronteremo nei prossimi mesi con incontri territoriali sul tema e con la volontà di mettere lil nostro territorio finalmente al centro: la candidatura di Enrico Letta a Vicenza è emblematica. Chi governa, come la destra, da decenni sul nostro territorio ha già giocato le sue carte e i risultati si vedono: vogliamo dimostrare che il nostro partito, conscio dei propri errori, è ora pronto a fare la sua parte e a diventare punto di riferimento per tutto il comprensorio”.
di Redazione AltoVicentinOnline