Mesi difficili, fatti di dolore, di preoccupazione e anche di quella frustrazione comprensibile da parte di chi ha veramente fatto di tutto per scongiurare l’avvento del ‘mostro’ tra le mura della Casa di Riposo senza purtroppo riuscirci: giorni eterni che sembrano finalmente essere un capitolo chiuso all’Ipab ‘Alessandro Rossi’ di Arsiero.
A dicembre i casi di positività avevano praticamente riguardato non solo la quasi totalità degli ospiti ma anche molti addetti ai lavori costretti all’isolamento e soprattutto costretti ad abbandonare i colleghi, stoici e appassionati nel gestire a ranghi ridotti una situazione senza precedenti.
Superati i venti decessi, quasi un terzo della popolazione ospite: l’ultima a cedere il passo in ordine di tempo nonna Teresina che avrebbe compiuto 100 anni proprio i primi giorni di febbraio. Una situazione drammatica, ma gestita comunque con grande impegno e attaccamento dal personale e da tutto lo staff dirigenziale che non ha mai smesso di monitorare l’evoluzione anche oltre i consueti orari di lavoro: in realtà una missione più che un lavoro che fa da sempre della Casa di Riposo arsierese una delle strutture di eccellenza del territorio.
Dopo settimane di screening con tamponi positivi, finalmente la tanto attesa notizia che suona quasi come una liberazione: tutti i sanitari negativi e tra gli ospiti un solo tampone ‘indeterminato’ per il quale si prospetta comunque una pronta risoluzione stante la totale assenza di sintomi.
“Non nascondo la gioia per questa notizia” – commenta un po’ emozionato il Presidente Giuseppe Mosele, in carica dal 2019 dopo aver retto le sorti dell’Ipab anche dal 2004 al 2014 – “Sono stati periodi difficili, ma credo che la risposta sia stata adeguata. Ora confidiamo di riprendere la nostra normalità: dall’inizio della settimana sono riprese anche le visite dei parenti seppur limitate ad un saluto separati da una vetrata, ma anche a questo porremo presto rimedio. Dal weekend prossimo all’esterno della struttura troverà posto una ‘stanza degli abbracci’: una sorta di gazebo all’interno del quale i familiari degli ospiti attraverso dei manicotti di protezione potranno tornare a stringere i loro congiunti e far sentire loro quel calore che tanto è mancato”.
Sollevata dell’aggiornamento anche il Sindaco Cristina Meneghini: “Sono molto contenta per i nostri anziani che oltre il patimento per gli effetti del virus hanno molto sofferto la lontananza dai loro cari e l’assenza del contatto umano. Dal canto nostro ancora nella primavera scorsa avevamo fatto arrivare i tablet ma certo non possono che ritenersi un surrogato di quell’affetto così indispensabile specie ai nostri nonni: apprezzo molto proprio per questo l’arrivo della stanza degli abbracci per la quale avevo avuto modo di confrontarmi con la direzione”.
La fase di ‘allarme rosso’ sembra oggettivamente superata, ma l’andamento generale della curva epidemiologica richiede ancora la massima attenzione: “La Casa di Riposo ha i suoi protocollo e so che è in buone mani” – conclude Meneghini – “ma il futuro è legato a duplice filo ai nostri atteggiamenti. Lo abbiamo già visto anche l’estate scorsa: abbiamo abbassato la guardia perchè pensavamo di esserci lasciati il peggio alle spalle, invece ci siamo ripiombati dentro peggio di prima”.
Marco Zorzi