Poteva finire in tragedia la disavventura che ha avuto come sfortunato protagonista M.D.C., un cinquantaquattrenne residente in centro storico a Cogollo del Cengio.

Pare che l’uomo, solo in casa, nella serata di mercoledì avesse acceso la stufa della cucina servendosi di  liquido infiammabile, liquido che gli sarebbe scappato di mano finendo sugli abiti e attraendo a sè le fiamme.

Solo il caso ha voluto che l’incendio non si sia poi propagato anche all’interno dell’abitazione e che il malcapitato, prima di perdere i sensi sia riuscito a circoscrivere il fuoco.

Dolorante e in stato confusionale, l’uomo molto conosciuto in paese è rimasto in casa senza chiamare i soccorsi o i parenti, confidando – ha rivelato poi – che il male prima o poi se ne sarebbe andato.

Ad accorgersi dell’accaduto pare sia stato ben due giorni dopo un passante attirato dall’odore di bruciato e forse da qualche lamento: sul posto sono in prima battuta intervenuti gli operai comunali assieme a Sabrina Bassa, Vicesindaco e assessore al sociale del comune di Cogollo.

“Dopo aver constatato la situazione” – commenta la vice sindaco “su consiglio medico abbiamo rapidamente trasportato il nostro concittadino all’ospedale di Santorso. Dopo averlo stabilizzato, data la gravità delle ustioni che hanno coinvolto gran parte degli arti inferiori, per l’uomo è stato disposto il trasferimento presso il Centro Grandi Ustionati di Padova”.

Lo sventurato cogollese è stato già sottoposto a due interventi chirurgici e anche se il decorso si prospetta piuttosto lungo, l’equipe medica appare moderatamente fiduciosa.

Preoccupata invece la Vicesindaco Bassa per una situazione sociale che in paese presenta molti casi di disagio che richiedono impegno e presenza e che specie negli ultimi anni sembrano essere scoppiati nelle mani dell’amministrazione: “Per il caso specifico mi sono già personalmente attivata anche per quando il nostro concittadino tornerà a casa, interagendo con le assistenti sociali dell’Unione Montana. L’ho sentito anche stamattina al telefono e posso rassicurare sulle sue condizioni. Sto monitorando anche altre situazioni piuttosto complicate e questo comporta uno sforzo non indifferente e un lavoro di coordinamento tra enti, Caritas compresa. Vista da fuori, non potevo immaginare la complessità e le condizioni di fragilità in cui versano molti paesani, ma farò quanto nelle mie possibilità per far sapere che ci siamo”.

 

Marco Zorzi

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