Se il sindaco di Laghi ha mantenuto la linea della prudenza sul 5 G attendendo risposte ufficiali da Arpav in merito all’impatto ambientale, aumentano ogni giorno i sindaci che dicono ‘no’.

Una vera e propria crociata che sta andando in scena in tutta Italia dove sempre più primi cittadini, da nord a sud, vietano con tanto di ordinanza la sperimentazione o l’installazione della tecnologia di rete 5G sul territorio dei loro comuni. A scendere in campo anche le associazioni dei consumatori che addirittura hanno presentato esposti a 104 procure italiane affinchè aprano indagini sui rischi per la salute connessi al 5G.

Contemporaneamente sono state spedite ai sindaci degli 8mila comuni italiani delle lettere con cui si chiede formalmente ai primi cittadini di attivarsi per garantire la salute della popolazione e vietare qualsiasi sperimentazione e struttura legata al 5G sul territorio di loro competenza.

Questa vicenda sta spaccando in 2 l’opinione pubblica, divisa tra chi mette la salute in cima alla lista dei valori e chi invece pensa che portare il 5G sia un’opportunità tecnologica necessaria di questi tempi, dove ‘ senza rete sei escluso dal mondo’.

Lo stesso Giovanni Sella, sindaco di Laghi, quando aveva dichiarato la propria cautela che si era tradotta in un ‘no’, si era beccato le critiche della rete, ma nonostante questo non ha cambiato opinione.

Il suo concetto era chiaro: “Sono io il responsabile della salute dei miei cittadini e decido io senza cambiare idea se non ho i riscontri degli esperti pronti a rassicurarmi su un tema importante”.

Dal comune più piccolo del Veneto è partita così la presa di posizione di tanti altri primi cittadini, che hanno fatto eco a Sella, è di un paio di giorni fa il ‘no’ del sindaco di Scansano Jonico in Calabria, ma solo guardando più vicino a noi, basta citare i casi di Gambugliano e Val Liona. “Insieme dsi ha più forza”, sottolinea Sella soddisfatto e più sicuro della sua scelta dopo l’emulazione dei colleghi.

“Allo stato attuale le evidenze scientifiche non sono in grado di assicurare con assoluta certezza l’assenza di rischi del 5G sul fronte sanitario per i cittadini – argomentano i rappresentanti delle associazioni di consumatori nella lettera inviata ai sindaci – In tali situazioni si applica quindi il principio di precauzione che pone come interesse primario la tutela della popolazione, anche perché i sindaci sarebbero i primi soggetti chiamati a rispondere di eventuali danni prodotti da strutture tecnologiche autorizzate dalle amministrazioni. I sindaci interessati possono leggere le varie ordinanze dei primi cittadini e accogliere l’appello vietando il 5G sul proprio territorio. Verranno inoltre premiati con il premio ‘Amico del consumatore’ – conclude Codacons invitando chi vuole saperne di più a consultare il proprio sito”.

di Redazione Altovicentinonline

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