Saranno stati i campi ‘ingrassati’ di questa stagione, sarà stato il perfetto connubio tra acqua e vegetazione: sta di fatto che le insenature profonde e i verdi declivi della Valle dell’Astico sono diventati per qualche giorno terreno di sosta e di rifocillamento per l’ibis eremita Agada.
Non un volatile qualsiasi, ma un esemplare di una delle specie più a rischio di estinzione, protagonista di un importantissimo progetto europeo di reintroduzione.
‘Reason for hope‘, una ragione per sperare: è questo il nome della missione ambientale coordinata da Förderverein Waldrappteam cui aderiscono una decina di associazioni partner sparse tra Germania, Austria e Italia in campo sotto l’alto patrocinio dell’Unione Europea al fine di tentare un ultimo disperato salvataggio di questo particolare uccello.
Nella primavera 2013 l’intera popolazione mondiale selvatica di Ibis eremita con comportamento migratorio intatto era ridotta ad un unico individuo presente in Medio Oriente: di fatto una sentenza senza appello per una specie che ha vissuto comunque un grave declino numerico sin dai primi del Novecento a causa della forte pressione venatoria.
Sopravvivono delle colonie selvatiche stanziali – circa 500 esemplari totali – solo in Marocco e in Siria: becco arcigno, testa nuda e rugosa con piumaggio corvino a tinte metalliche, l’ibis eremita con questo progetto di reinserimento e rieducazione al processo migratorio sta trovando una nuova prospettiva di vita.
Negli anni il progetto di recupero prevede che gli ibis, suddivisi in gruppi, migrino dalla loro base a Burghausen sino alla nostra Toscana, dove svernano nella laguna WWF di Orbetello.
Un percorso lungo e impegnativo: selezionati dapprima 32 esemplari allevati in uno zoo, gli stessi uno volta subito l’impriting dall’uomo che li cresciuti sin da piccoli e che diventa quindi a tutti gli effetti il genitore, lo hanno seguito anche a bordo dell’ultraleggero che per la prima volta ha tracciato la rotta. Rotta che poi nel tempo è stata tramandata tra uccelli fino a diventare consuetudine naturale , benchè monitorata tramite degli appositi microchip che ne rilevano esattamente gli spostamenti.
Proprio grazie a tali sensori e all’app ‘Animal tracker’ si è potuto osservare che da un piccolo stormo diretto verso la Germania dopo lo svernamento toscano, si è momentaneamente staccata Agada, un esemplare femmina che ha scelto la Valle dell’Astico per un breve soggiorno prima di ripartire.
Il nostro bravissimo fotografo Walter Pretto è riuscito a fotografarla per noi mentre è intenta a pasteggiare a San Pietro Valdastico, prima di ripartire verso nord: se lei o uno degli altri 165 esemplari del progetto Life torneranno a farsi vivi in zona ora non possiamo saperlo, ma visto che siamo nella traiettoria loro insegnata la cosa è assolutamente possibile.
E non possiamo che gioire per questa vita che riparte e che ritrova l’equilibrio perduto: per una volta grazie all’uomo che se in passato fu proprio quello che ne compromise la sopravvivenza, ora è protagonista e artefice della sua salvaguardia.
Marco Zorzi